A Bruxelles saranno le belle ninfe delle due Sicilie, le muse e le sirene a mostrarsi, al pubblico europeo, in tutto il loro splendore.I dipinti di Gaglione portano titoli che parlano al visitatore e raccontano di sé: sono “ Lo spirito di Segesta”,, “La musa di Licofrone il cantore” ,”La ninfa della sorgente Aretusa”, “La sirena di Leucosia”, “Calabrisella e molti paesaggi con i colori arsi e intensi della campagna del Sud, dai suggestivi tramonti che inducono pace e dalla luce inebriante degli “Spiriti dei nostri antenati” !
Il presidente del COM -Art, Daniel Ractliffe ha ufficialmente autorizzato l’artista Gaglione, partenopeo ma ibleo d’adozione, ad esporre a Bruxelles, dal 3 al 7 novembre 2003 nel Salone mostre EU, Gualtiero Spinelli, in uno spazio tra i più privilegiati. L’artista si è affermato in Italia e all’estero per la sua personalissima arte che rispecchia i colori, la storia e l’essenza della meridionalità.Ed è anche merito del suo continuo interrogarsi e chiedersi, su argomenti che segnarono la storia del nostro Sud ,se la mano esperta dell’artista è riuscita a tradurre in vera arte le figure e i segni che ci rappresentano ovunque.
"UN PITTORE DEL SUD"
Non cerca l'effetto facile per piacere a tutti i costi. Cuono Gaglione è pittore di intelligenza metafisica. I suoi lavori si portano dentro il tormento e la fatica di una terra straordinaria che sembra sempre troppo bella per essere valorizzata.L'arancione richiama i tramonti infuocati che si vedono in riva al mare quando il sole si tuffa nelle acque agitate degli orizzonti. Il giallo ripropone le spighe di grano che si fanno bionde nelle campagne dell'entroterra. Il marrone viene dalle zolle di terra matura, aperte dagli aratri e - quasi - ferite ma già disposte a ricevere i semi da far fruttificare.Infine il rosso. Il rosso è quello del sangue che i meridionali hanno dovuto versare per non venire meno alla loro dignità. Squartati, massacrati, offesi, torturati, crocefissi, impiccati. Una strage che è anche un'offesa perché non è stata pianificata da un esercito straniero (cosa disdicevole ma comprensibile) ma dai "fratelli liberatori" - i piemontesi dei Savoia - scesi con l'aria di unificare un paese e risoltisi a propagandare progresso e modernità a schioppettate. I "fratelli liberati" si sono trovati sotto il tallone di connazionali colonizzatori: avidi, spietati, insensibili, lontani dalla cultura e dalla comprensione di questa gente.Il rosso di Cuono Gaglione si porta dentro la sofferenza e il dispetto, di un popolo ingannato e deluso. E nel rosso tenta di riproporre una memoria strabica che - sembra - si ricorda di qualche brano di storia, ma dimentica tutto il resto: sì a Calatafimi, a Castelfidardo, a Volturno, ma no - chissà perché - a Gaeta, Messina, Civitella del Tronto.Pittura che gronda simboli, impegnata, risoluta nello stile e di esplicita denuncia. Un pittore del Sud."
LORENZO DEL BOCA
"CUONO GAGLIONE E L’IMMAGINE INFORMALE"
Ad un primo esame i quadri di Cuono Gaglione rivelano immediatamente come ci si trovi di fronte ad un'artista prevalentemente lirico, apprezzato dagli altri pittori. Prendiamo ad esempio la prima tela che ci capita sottomano: «Donne del Sud», la straordinaria energia generata dalle immagini in decomposizione, come fosse un annuncio alla civiltà, che la donna del Sud, «quella» abituata a camminare a testa bassa, che ha le spalle curve per il troppo lavoro, stia scomparendo e dalla materia scaturisca la nuova donna; anche se per il maestro Gaglione non hanno ancora un volto ben definito. Questa tela e «Mietitori», richiamano molto la «Scuola Romana» di Mafai, di Scipione, di Mazzacurati di Caputi, ecc... hanno nella rarefazione dell’informalità delle figure e nella compattezza colorica, una nota di spiritualità moderna e modernamente sentita senza sentimentalismi, o lacrime d’alambicco per commuovere il visitatore.Circa gli altri dipinti esposti in questa mostra dei suoi lavori più recenti, rivela inoltre una serietà ed un livello d'impegno tali da rendere la sua un'arte duratura. Ugualmente in accordo con le esigenze dell'arte autentica sono l'austerità dei soggetti, un'esecuzione caparbia al limite del brutale e la gamma dei colori deliberatamente ristretta: ecco la novità che lo sgancia dall’informalità della «Scuola Romana» lì, si rappresenta il disfacimento di una società, evolutasi nel ricordo della gloria passata, per volere di una volontà totalitaria; qui, invece, dalle macerie del disfacimento culturale di un certo ceto del Sud si vuole riformare, impastare direi, come Dio Adamo, l’orgoglio del Sud.Gaglione non fa nulla per farsi rifiutare o accettare, né muove un dito per piacere usando immagini seducenti, nella loro formazione, o colori allettanti, la durezza del suo approccio crea un'intensa ma controllata attrazione, la cui immobilità infonde un senso di trance; nelle sue tele non c’è stasi, o sospensione del flusso naturale, introduce nelle figure non la passività elegiaca della sconfitta a prima vista ma, sotto sotto, gli echi perturbanti di un possedimento spirituale e ottimista. La sua è, in breve, un'opera d'esplorazione architettata dalle forze statiche che precedono il subbuglio e l'esplosione di un cambio, questo traspare dalla sistemazione delle maschere:«maschere e uomini mascherati», come si vede in «Monumento».Afferma Aniello Montano che «Gaglione è dotato di una vocazione autentica, di quelle che pervadono ed impegnano tutta la tensione spirituale senza consentire distrazioni o temporanei disimpegni, Cuono Gaglione da anni lavora alacremente, con un entusiasmo che si spinge fino al sacrificio, per affinare la sua tecnica ed adeguarla al livello della sua ispirazione artistica».La rappresentazione delle figure e delle immagini della «Cascata», della «Periferia» e altre tele qui rappresentate, sembrano indefinibili eppure sono in continua trasformazione; sotto colori e infuocate superfici permettono di rimanere affascinati, colpiti da non permettere assolutamente, a queste immagini in formazione di abbandonare la mente mentre altre, come ho scoperto io stesso, s’insinuano gratuitamente nel ricordo anche parecchio dopo la visione iniziale. La fusione dei rossi dei terra di Siena, dei marroni terragni impartiscono una riflessione di tipo kafkiano che possiede una potenza quasi elettrica. Quello che Cuono Gaglione raffigura nei suoi dipinti è inequivocabilmente legato al dissolversi dell'identità e del significato, temi fondamentali della nostra epoca.Il punto di riferimento della sua serietà consiste nel come faccia fronte alle accasciate certezze e alle anomalie della consapevolezza odierna rigettando le «pallose» apparenze della normalità e delle loro maschere, toccando l'orrore della vacuità individuale. Quest'apparente contraddizione è risolta dal fatto che le «Donne del Sud» sembra siano un rifiuto, piuttosto che un omaggio alla sua terra alle sue compaesane, e ciò nonostante l'ovvio rispetto che Gaglione ha per l'opera del pittore. In effetti, l'importanza di questi quadri, a parte la loro natura, è data dal fatto che è sia un'espressione d’apostasia che una dichiarazione di una posizione esistenzialista del tutto opposta. Nella composizione delle figure che dall’informalità raggiungono la perfezione del pensiero metafisico, che guida inconsciamente l’artista, vi è la visione di una vita, che per noi può apparire senza valore, ma che Gaglione fa avanzare ulteriormente il principio della sostituzione perpetua. Da questo lui ha costruito un dialogo antifone che spiega buona parte della prolungata tensione del suo lavoro. Ciò traspare particolarmente, a mio avviso, dai dipinti più potenti, dove la propulsione è stata accumulata e distillata rispetto a quelle immagini composte con più rapidità. A conclusione di queste brevi mie note vorrei solo aggiungere che i quadri di Gaglione confermano una mia vecchia teoria secondo la quale il futuro della pittura contemporanea avrà inesorabilmente come base una maggior codificazione, destinata ad un pubblico più erudito. In questo senso il lavoro Cuono Gaglione è di un’infiammabilità unica ed è suscettibile d’ampliamento e studio infiniti.
RENO BROMURO
Mi trovo a presentare le nuove opere di Cuono Gaglione per questa mostra sui preziosi delle Due Sicilie, e ritengo estremamente interessante seguire il percorso artistico di un pittore così legato ad una realtà che è insieme geografica e viscerale, di appartenenza alla propria terra, ma che non ne ha vincolato e ostacolato l’iter. Quando parliamo di arte contemporanea in Italia spesso dobbiamo parlare anche di una realtà provinciale, in questo caso vedendo il legame tra l’artista e la sua terra, di nascita e di adozione, sembrerebbe quasi ovvio tornare a parlare di arte provinciale, ma penso che questo legame sia il punto di partenza e la ricchezza della pittura di Gaglione, non un vincolo o un limite. Un percorso lungo quaranta anni, durante i quali l’artista sperimenta diversi metodi espressivi, diverse tecniche, dall’olio all’acrilico, dall’uso di una materia pittorica incrostata di conchiglie o merletti ai fondi d’oro di sapore medievale. L’iter creativo del nostro artista passa attraverso la sperimentazione e le grandi avanguardie, dalle origini di ogni autore italiano che si è formato in Italia troviamo il Rinascimento, ma possiamo leggere i segni dell’impressionismo, dell’espressionismo, possiamo riconoscere una storia artistica che ci conduce dalle pennellate di Guttuso, alle composizioni che richiamano Mafai e la scuola romana, dalla materia pittorica spessa di sapore informale, alle riflessioni sul Neo Dada e alla pop art, ai decollages di Rotella. Ma il percorso che conduce Gaglione alla sua pittura di oggi, pur attraversando i temi della storia dell’arte dei nostri tempi, è peculiare e suo proprio, la lettura della pop art in chiave mistica ed ancorata alla realtà sembra quasi una provocazione ai soggetti giocati sull’effimero del Neo Dada e della pop art ( Omaggio a padre Pio e Madre Teresa). Le immagini reiterate di Pulcinella quasi simbolo del suo paese natale si accompagnano ai paesaggi bruciati dal sole della terra in cui l’artista ha scelto di vivere, le dolenti immagini di donne il cui volto nasce da immediate pennellate è dolente e quasi scuro in contrapposizione alla luce della natura retrostante, ad enfatizzare ulteriormente questo travaglio (Il Sud, Omaggio a Vittoria, Mercato). Ogni siciliano, ogni meridionale è visceralmente legato alla propria terra ovunque viva e la ama in un modo che a volte è difficile spiegare, quel dolore alla separazione, alla partenza quel senso di ritorno al grembo materno all’arrivo, e non sono gli affetti il legame ma il nostro essere stati generati da quella terra da quella strana madre, di terra, di mare, di rocce e di sole, un sole abbacinante che noi impariamo a sentire e percepire da sempre, che è anche l’unico che percepiamo come tale, quella stessa luce che pervade le opere di Gaglione, quella stessa luce che a Gibellina ha cambiato la pittura di Toti Scialoja.Gaglione oltre all’amore per la terra natia ha anche quell’orgoglio che lo spinge verso il bisogno di denuncia per ciò che avvenuto, per ciò che la sua terra ha dovuto subire, per ciò che dopo il 1861 le Due Sicilie non più regno sono diventate, e le sue linee i suoi colori abbacinanti come la luce del sud e cupi come il suo buio ed il suo silenzio, dipinge anime straziare e strappate, costrette a fuggire a cercare altrove di cui vivere senza un motivo reale, ma solo a causa di un saccheggio, costrette a nascondersi nell’illegalità, questi i temi forti che hanno portato il nostro artista a questa stagione creativa, temi che gli sono propri da sempre ma che in questa fase del suo lavoro sono ancora più evidenti.La pittura di Gaglione così come il suo autore è visceralmente legata alla terra che l’ha generata, i colori, la luce, richiamano l’elemento naturale ma anche la tradizione della ceramica dalle arabe ascendenze di Caltagirone, il blu del mare, il giallo del sole, la terra, i colori della tradizione, i colori della terra del Sud. Il giallo, il colore del sole nelle nuove ricerche dell’artista supera il pigmento e diventa oro, prezioso, antico, secondo la tecnica di Masaccio e Beato Angelico, è insieme fondo quasi medievale e luce moderna per la tela.
MARIA GIOVANNA TUMINO
"CUONO GAGLIONE E L'AMORE PER IL SUD"
Quando si guardano le opere di Cuono Gaglione, si vede immediatamente quanto è forte il suo amore per il Sud-- la nostra terra che è stata negata dalla storia recente ma che sta avendo il proprio "risorgimento". Questo "risorgimento meridionale" è un risorgimento della propria arte e letteratura che mostra al resto del mondo che il Meridione è una terra di progresso com'è la terra promessa per migliaia di persone.L'arte di Cuono Gaglione serve ad essere un esempio meraviglioso del risorgimento del Sud; i suoi dipinti richiamano il passato glorioso della nostra terra ma sono anche un simbolo del suo futuro. Grazie a Cuono Gaglione, le bellezze e le meraviglie del Sud viste attraverso i suoi dipinti saranno esposti al Parlamento Europeo a Bruxelles questo novembre.
STEFANIA LONGO"CUONO GAGLIONE"
I personaggi che raffigurano i «pulcinella» di GAGLIONE non sono un mito o una memoria letteraria, ma una sofferta nostalgia armonica. Sono rivisitati peraltro, con una pittura che tiene conto, in ordine alla preliminare esigenza di una corretta morfologia, degli approdi più attendibili del figurativo.
RENATO CIVELLO
"OSCILLAZIONI PITTORICHE TRA IL QUIETO E IL TEMPESTOSO ALCUNE RIFLESSIONI SULLA MERIDIONALITA’ ARTISTICA DI CUONO GAGLIONE"
Nel panorama artistico internazionale, Gaglione con le sue rappresentazioni pittoriche è collocato nei posti privilegiati fra i tanti Artisti che hanno descritto, con il loro fare pittorico le straordinarie meraviglie del Sud.Gaglione ha scelto un cofanetto, dove ha deposto le gemme del Meridione della sua lunga esperienza Artistica, ma anche come uomo ha dedicato parte della sua vita impegnandosi nel sociale.Così alcuni critici, hanno voluto esprimere il grande amore che Cuono Gaglione serba nel cuore per la gente meridionale e per il Sud.Tra i rappresentanti della pittura contemporanea, Gaglione si distingue per la sua capacità di indagare nel profondo dello spirito e di evocare immagini e sentimenti che fanno parte del nostro vivere quotidiano. Al di là di ogni ricerca stilistica, di ogni velleitario avvenirismo, di ogni sperimentazione priva di riscontri, egli sa cogliere l'essenziale, sa creare la poesia dei colori e il ritmo del disegno in un avvicendarsi di «mondi», reali e fantastici che sono per lui nello stesso tempo mezzo e fini di un'arte priva di fronzoli, capaci di piegarsi alle più intime esigenze, di elevarsi a valore di simbolo, di essere monito, denuncia, indagine sociale e psicologica. La sua poetica del pulcinella, patetico rappresentante di un’umanità dolorante e insoddisfatta, è denuncia ma anche ricerca ansiosa di un mondo diverso, dove sull’aridità del reale appare la luce dell'ideale nel perenne fluire di vicende ricorrenti. I suoi colori sono forti, decisi, mediterranei, le sue tematiche semplici, chiare; l'uomo, la terra, la natura, l'ambiente con i loro «chiaroscuri» con la loro dolorante esperienza domina.Gaglione è pittore vero, maturo, perché lo ha maturato nel suo intimo una grand’umanità, e sa essere umile come un discepolo, ma anche grande come un maestro.
GIUSEPPE BAGGIONE
"CUONO GAGLIONE"
Al centro della stia riflessione sono i drammi del Meridione, per simboli riassunti nell’immancabile presenza della cupola d’Acerra (riferimento nostalgico ad un'altra dimensione esistenziale) e nel protagonismo silenzioso melanconico e rasserenante ad un tempo di candidi Pulcinella, chiamati a rappresentare la condizione meridionale nel nostro tragico tempo di rinunce e di crisi, d’arretratezze e camorre. E questa realtà che trova in Gaglione un cantore fortemente partecipativo, sia pure in bilico tra razionalità e l'istinto, ha il suo nume tutelare nella rievocazione (che data, per amore di verità, a prima della morte) della figura e del volto del grande Eduardo De Filippo; uno sguardo, un atteggiamento, una gestualità appena percepibile, la saggezza di un poeta della memoria e del riscatto di un popolo che non sempre gli è stato sinceramente vicino.Ma se questa, fatta di volti sofferenti e di catene inanimate di dolore, è la pittura più autentica di Gaglione, egli riesce anche a vivacizzare il suo percorso pittorico, ricostruendo la realtà coloratissima dei nostri pescatori, déi nostri ambienti popolati di case e di tetti, dalle nostre tavole imbandite - poveramente ma orgogliosamente - di colori e di sapori.
CARMELO AREZZO
"CUONO GAGLIONE"
La mostra titolata embiematicamente «Omaggio ad Eduardo», ospita una significativa rappresentanza delle produzioni più recenti di Gaglione, tutta una serie di lavori dove il cromatismo segnato da un effètto-collage non privo di fascino, lungo intersecazioni irregolari e screpolature artificiali ha finalmente trovato una sua diretta immediata correlazione con i temi ispiratori della ricerca pittorica dell'artista.Al centro della sua riflessione sono i drammi del Meridione, per simboli riassunti nella immancabile presenza della cupola d’Acerra (riferimento nostalgico ad un'altra dimensione esistenziale) e nel protagonismo silenzioso, melanconico e rasserenante ad un tempo di candidi Pulcinella, chiamati a rappresentare la condizione meridionale nel nostro tragico tempo di rinunce e di crisi, d’arretratezze e camorre.E questa realtà che trova in Gaglione un cantore molto partecipativa, sia pure in bilico tra la razionalità e l'istinto, ha il suo nume tutelare nella rievocazione (che data, per amore di verità, a prima della morte) della figura e del volto del grande Eduardo De Filippo: uno sguardo, un atteggiamento, una gestualità appena percettibile, la Saggezza di un poeta della memoria e del riscatto di un popolo che non sempre gli è stato sinceramente vicino.Se questa, fatta di volti sofferenti e di catene inanimate di dolore, è la pittura più autentica di Gaglione, egli riesce anche a vivacizzare il suo percorso pittorico, ricostruendo la realtà coloratissima dei nostri pescatori, dei nostri ambienti popolati di case e di tetti, delle nostre tavole imbandite - poveramente ma orgogliosamente - di colori e di sapori.
CARMELO AREZZO
"CUONO GAGLIONE"
Identificare un artista da stilemi tecnici, da ricorrenti tematiche, dai colori, dallo sfumato, assegnare immediatamente un nome ad una tela non dipende in via esclusiva dalla capacità o dalle conoscenze dell'intenditore o dell'amatore, quanto dall'artista stesso, dal possesso di una personalità ben spiccata. Più che l'acquisizione e l'assimilazione di precise tecniche, compositive è la personalità artistica ad emergere e a determinare una costante compositiva che sigla e sigilla ogni e qualsiasi produzione pittorica.Ciò mi accade di costatare per le tele di Cuono Gaglione. La tensione interiore dello slancio al di fuori dello spazio reale, pur restando entro i confini del reale, si evidenzia nella costante grafica delle circonferenze che slargano e racchiudono; la socialità ed umanità sono traditi dalla pensosità dei volti dei vecchi, dalle curve meditazioni delle sue donne dalla contorsione dei suoi Pulcinella. Già... Pulcinella, personaggio legato alle tradizioni della terra natale di Gaglione, personaggio del Sud, interprete della gioiosità che nasconde la sofferenza degli stenti, delle ingiustizie ataviche, delle ribellioni interiori sempre sopite dall'adattamento a circostanze storiche di compromessi umilianti. Gaglione, uomo del suo tempo, del nostro tempo, macera in sé il dramma dell'uomo del Sud e lo ritrasferisce in Pulcinella, che trascende il mero significato allegorico e simbolico per apparire sulle tele com’entità reale di un popolo, di una, di mille aspirazioni. C'è anche il Pulcinella che legge il giornale, che nel giornale s’identifica, che cerca riscatto nella verita’ piu’cruda e schietta che è quella della cronaca quotidiana.
ATTILIO SIGONA
"CUONO GAGLIONE"
Le sue opere si collocano tra sogno e realtà pur sprigionando un significativo messaggio di pace, di protesta contro la guerra contro tutte le guerre, d’anelito alla vita, anche se a volte tribolata ed amara. Talché il messaggio, spesso, è corale, dettato dall'assillo della dura realtà d’oggi, minata da corruschi bagliori di guerra.
VITTORIO NAPOLITANO
"CUONO GAGLIONE"
Cuono Gaglione fonda la sua creatività pittorica su una buona cultura artistica che si ricollega alla stagione dell'espressionismo, mitteleuropeo, con venature di gusto francese.La figura, processo d'intimo stigma di sofferto pensiero in riflesso all'umana condizione, si collega nella narrazione con forza e armonia inténsiva e di costruzione, con segni torti, e con colori che nelle tonalità non squillanti, sui violacei e i bruni indicano meditata sentimentalità e adesione alla realtà.
MARIO CAGETTI
"CUONO GAGLIONE"
All'osservatore disattento la sua pittura potrebbe apparire una retorica riproposizione di temi sociali, oggetto d’adusate riflessioni e di denunce qualunquistiche, ma in realtà l'acutezza dell’osservazione dà la possibilità di percepire l'originalità del pittore, il quale, mentre da una parte racchiude nella tela i problemi reali del nostro tèmpo, dall'altro vi accampa i suoi sentimenti, la sua carica psicologica, il suo affiato umanitario e artistico rivivendo nei Pulcinella, le sue origini, il suo desiderio di riscatto, di superamento delle ingiustizie e delle sopraffazioni, e proiettandosi, in un contesto dialettico tra reale e ideale, in un mondo nuovo, nel quale il pittore ritrova la verità semplice e luminosa, uccisa dall'odio, dalla guerra e dalla menzogna.Questi, dunque, i motivi di fondo che sembrano emergere dalla pittura di Cuono Gaglione e che ci testimoniano la sua esperienza d’uomo e la sua profonda compartecipazione e adesione alla realtà sociale...»
DOMENICO PISANA"CUONO GAGLIONE"
Più di ogni altra cosa, per un’artista o per chi abbia a che fare con i segni e le immagini, le origini o la terra natìa, sono l’aspetto più importante, affinché la propria opera abbia quel valore aggiunto che connoti una cifra stilistica o figurativa. In Cuono Gaglione, nativo di Acerra, paese dell’entroterra napoletano, e poi per sua scelta “espatriato” in terra di Sicilia, questa caratteristica ha avuto il suo valore e il suo effetto. Di un artista sono basilari, quindi, le sue emozioni, le sue scelte di vita, la scuola della strada, i suoi ideali. Mai come in questo uomo d’arte, sono i suoi ideali di Meridionalista appassionato, che lo fanno appartenere di diritto a quella categoria di artisti che trasportano la loro passione e l’affetto per la propria terra, nelle loro opere. Da qui nasce la collocazione di Gaglione nel settore figurativo, in contrapposizione, a quello dell’arte moderna, che non poteva dare l’esatta misura della scelta naturalistica del pittore. Senza peraltro risultare poco proiettato nel futuro, Gaglione afferma con la sua arte, che la natura, la passione e sentimenti si possono vedere meglio con l’occhio del passato, e della naturalezza visiva, con una modernità che non può avere uguali. E’ così che vengono fuori gli ideali e le vere pulsioni di una terra martoriata e tradita, come quella meridionale. Non a caso Cuono ha scelto di nascere e di vivere nel regno di capitali che sono la quintessenza dell’arte figurativa. Anche l’uso dei suoi colori, sono la risultante compositiva, di una realtà paesaggistica propria del Sud. E che dire dei suoi Pulcinella, maschera compaesana dell’artista, che incarna la vitalità e la voglia di riscatto di un popolo dalle fame atavica si, ma con arguzia e un’ironia intellettiva che ha dell’alta filosofia. Le maschere dei suoi pulcinella sono raffigurate pensanti ma pronte ad esplodere se solo glielo chiede il suo popolo. Contaminazioni varie, quindi, contiene la pittura di Gaglione, che non soffre di eccessivo astrattismo, ma ricorre ad un lucido e utile pragmatismo, intriso di passione ed emozioni. Basta questo per fare della pittura un’arte che racchiude il massimo del segno iconografico che connota un sentimento? Noi pensiamo di si. Nulla viene fatto se non c’è prima il cuore e poi il cervello. Le due cose, come in tutto ciò che è (di)mostrare e comunicare, sono destinate ad incontrarsi, per poi sciogliersi in colori e profondità sulla tela. In Cuono il matrimonio cromatico-emozionale si fa rito ideologico e passione politica. Si rinnova, con le sue composizioni, il miracolo della realtà che si ferma in un’immagine, della luce che si fa manifesto di vita e di gioia, in un contesto di lacrime, sangue e nostalgia. Se Cuono è riuscito a comunicare tutto ciò, allora la sua è vera arte.
GIANNI MATTIOLI
CUONO GAGLIONE
« . . . Gaglione si può annoverare tra i neo-surrealisti della pittura Italiana Moderna. Dopo essere passato da uno studio macerato dai cosiddetti Fauves e dai marcati cenni dell'espressionismo, al delicato e poetico mondo degli impressionisti di chiara marca di.scuola Napoletana, oggi, Gaglione è tra le rivelazioni dell'arte italiana, per aver fuso le tendenze assimilate in precedenza, in un inconfondibile e personale stile tecnico-pittorico, unico nel suo genere; infatti non esiste figura da lui ideata che non chieda amore, pace e solidarietà, in un contesto cromatico vivace e pacato nello stesso tempo, ma anche incredibilmente cupa, soffocata dalle vicende dolorose che oggi opprimono l'uomo nel suo farsi e disfarsi...»
UMBERTO BONINCONTRO
CUONO GAGLIONE
...Le rappresentazioni interpretate da questo artista rivelano estro creativo, amore per l'arte e grande sensibilità verso i problemi sociali e umani. Attraverso un linguaggio vivo e comunicativo ed una personale tecnica,i suoi colori, psicologicamente selezionati, abilmente trasfondono sulla tela nelle figurazioni, visioni di sentimenti, di stati d'animo e di condizioni esistenziali del meridione italiano.
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO
CUONO GAGLIONE
L’ultima produzione di Gaglione è una vasta raccolta d’opere dove si evidenzia tutta la meridionalità, intesa come sentimenti, sensazioni e stati d'animo, di cui artista napoletano da qualche tempo inserito in terra di Sicilia.
Questi quadri, queste "finestre" aperte sul meridione, richiamano l'accostarsi di due tempi: quello fermo della nostra memoria, pullulante esclusivamente di ricordi e quello in movimento del reale, che scorre incondizionatamente non curante dei nostri processi mentali. L'eccessiva generosità dei colori, spesso caldi, il loro ricondurci ad atmosfere luminose e soleggiate, ad essenze affioranti, tendono a celare la malinconia di fondo dei soggetti, su cui ricade una profonda riflessione; una lente d'ingrandimento che pone il suo fuoco sui problemi che spesso affliggono l'umanità, sugli ostacoli invalicabili che da sempre si ostinano sulla gente del Sud.
Ecco che, nell'itinerario dell'esposizione, gli svariati soggetti parlano anche chiaramente, enucleano le diverse "verità" della vita, le gioie e i dolori, che, anche nell'ipocrisia, beffardagine e ironia, la rendono pur sempre vita.
Dai "Pulcinella" agli "Eduardo", dai "paesaggi" alle "nature morte", si espleta,in queste opere, un forte espressionismo, tutte sintesi e nello stesso tempo analisi dei diversi momenti dell'essere.
Esiste un filo conduttore tra il "Pulcinella" e l"'Eduardo"; entrambi rappresentanti di teatralità e, così come l'esistenza spesso è finzione, ciò che accade sul palcoscenico, a volte prende in prestito gli avvenimenti dalla vita stessa.
Pulcinella, non vive solo sulla scena, ma è anche la maschera che ogni uomo indossa per nascondere a se stesso il succedersi, suo malgrado, degli eventi; è la maschera che indossiamo per la paura di rinunciare ai sogni, il personaggio che impersoniamo per non "crescere", ma in fine è anche quella che ci permette di continuare. Quando tutto il resto fuori ci delude, rappresenta il nostro piccolo mondo, l'alcova dove amiamo rifugiarci, la parte più nascosta di noi stessi. Ma Pulcinella è anche quella maschera tradizionale napoletana che molte volte, il grande Eduardo De Filippo, con le sue eccellenti doti interpretative, ci ha regalato nelle sue commedie, le stesse cui noi abbiamo sorriso.
VALENTINA GAGLIONE
CUONO GAGLIONE
...E’ piuttosto lusinghiero il ben nutrito curriculum di questo giovane pittore, dal quale si rivela una costante presenza artistica, matura, veritiera, descrittiva...»
GIUSEPPE AMICO
CUONO GAGLIONE
« . . . Gaglione si può annoverare tra i neo-surrealisti della pittura Italiana Moderna. Dopo essere passato da uno studio macerato dai cosiddetti Fauves e dai marcati cenni dell'espressionismo, al delicato e poetico mondo degli impressionisti di chiara marca di.scuola Napoletana, oggi, Gaglione è tra le rivelazioni dell'arte italiana, per aver fuso le tendenze assimilate in precedenza, in un inconfondibile e personale stile tecnico-pittorico, unico nel suo genere; infatti non esiste figura da lui ideata che non chieda amore, pace e solidarietà, in un contesto cromatico vivace e pacato nello stesso tempo, ma anche incredibilmente cupa, soffocata dalle vicende dolorose che oggi opprimono l'uomo nel suo farsi e disfarsi...»
UMBERTO BONINCONTRO
CUONO GAGLIONE
«... F forse, proprio dal dialogo immaginario con il personaggio più rappresentativo del Sud (Pulcinella) nascono le opere di Gaglione, frutto delle esperienze vissute e maturate giorno per giorno, a testimoniare la necessità e la validità di un impegno sociale spesso disatteso o frainteso nell’arte.
GIUSEPPE BONGIARDINA
CUONO GAGLIONE
· La pittura di Gaglione, è piacevole e piena di significato sociale mentre non manca il calore umano, il sentimento, la comprensione, l’amore e la socialità profonda e ricca di verità e di speranza, verso tutte le creature che hanno bisogno di protezione e di vita...»
FERDINANDO SIGONA
CUONO GAGLIONE
Nelle sue opere, specchio fedele dei «volti» della sua terra meridionale, presentati attraverso sentimenti, stati d'animo, modi d’essere, Gaglione rivela la sua valida tecnica pittorica e la sua spiccata sensibilità artistica con un discorso filosofico, psicologico ed umano, in difesa della vita umana e dei suoi tesori...»ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO
· Il primo premio «tarocco d'oro», è stato assegnato, a giudizio di un''apposita commissione presieduta dal sindaco La Rocca, al pittore Cuono Gaglione di Napoli, la cui opera, equilibrata in ogni suo elemento rivela una marcata tendenza espressionistica evidenziando nel frattempo i caratteri di un contesto sociale tipicamente siciliano...»
TURI FERRO
Cuono Gaglione (Ragusa) «Ultimo atto – Omaggio ad Eduardo (olio) con soggettiva artistica interpretazione che muove da un fulcro sociologico,personalmente sentito, fornisce una testimonianza pittorica della realtà e dei sentimenti del meridione italiano attraverso l'umana visione, creata nella rappresentazione dell'attore Eduardo nel suo «ultimo atto» rappresentativo nello sfondo poetico ed amaro della «sua» Napoli. Ottima la tonalità chiaroscurale, che eleva la visione a concetto espressivo e la rende rapportata a commovente misura umana.
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO
Ed è per questo, anche, che le opere di Gaglione ci interessano; esse ci consentono di leggere la nostalgia per una realtà ormai priva d’accenti vistosi e magniloquenti dove l'invadenza cromatica ha ceduto il passo al garbato accostamento dei colori favorendo il dialogo che, pur nelle cavità della riflessione, si snoda senza tentennamenti ed agglutinamenti...»
GIUSEPPE PELLIGRA MALTESE
CUONO GAGLIONE, UN PARALLELO TRA REALTA’ E CONTEMPORANEITA’
Vi siete mai chiesti quale possa essere stato il cambiamento apportato alla pittura , alla cultura e alla tecnica , dopo l’avvento della rivoluzione Impressionista e , quindi , dopo la pittura anti-accademica ? Solo quando si crea un parallelo tra realtà e contemporaneità , quando la veridicità riesce ad entrare direttamente nello sguardo dell’uomo e ad impressionare ciò che i suoi occhi vedono , direttamente su una tela da disegno , allora vuol dire che l’insegnamento è stato degnamente messo in pratica . La storia di questo grande maestro , Cuono Gaglione , è legata ad un pennello , ad un cavalletto e ad un grande senso di evasione e osservazione critico- analitica che gli hanno permesso di inserirsi direttamente nella più aulica cultura figurativa italiana . Basti osservarele sue Bambocciate , quegli scorci di vita cittadina filtrati nella loro quotidianità , che riesce a fotografare con una diretta pennellata , cogliendone del personaggio rappresentato lo stato d’animo, la vera ed intima anima interiore , quello che sente e ciò che percepisce trovandosi al di là della tela. Si coglie la momentaneità , la fugacità e l’attimo che passa di una persona che ha tutto il bisogno di esprimere al meglio la sua interiorità e la sua forza motrice creativa , carica di valore interpretativo intrinseco ed emotivamente coinvolto . Un tuffo , quindi , nella Napoli della sua infanzia , del suo tempo , di quelle persone che nascondono la vera anima di questa città che , giorno dopo giorno , si mimetizza in due volti , quello della popolarità caotica e quello della malinconica emotività ( e in questo il maestro Gaglione ci riesce perfettamente , basti osservare i numerosi ritratti di Pulcinella , come nell’ “ Ultimo Pulcinella ” del 2003 dove , nel volto sfocato edimpreciso della maschera , si riconosce la figura di Eduardo de Filippo , ultima ed unica grande maschera del teatro partenopeo contemporaneo , nei quali traspare tutta l’allegria di una persona che vive dietro quegli abiti da fantoccio e bamboccio e di un uomo che , invece , soffre e risente della nostalgica malinconia cittadina ) . Un volto quindi , quello di Cuono Gaglione , che divide anche il suo stato emozionale attuale , c’è la volontà di far percepire i sentimenti e i moti dell’animo attraverso il corpo e la facoltà di rendere reale anche ciò che i suoi occhi vedono , riuscendo soprattutto a coinvolgere colui che sta al di qua della tela da disegno . Memorie di vita cittadina che ricordano il primo Guttuso , quello dagli anni ’30 agli anni ’50 del 1900 , un sodalizio artistico che passa attraverso opere come “ Contadini ” , “ Natività ”, come vuole la migliore tradizione figurativa cristiana , “ Natura morta ”, “ Omaggio ai pescatori ” , “ Vicolo ”, ricorda la VUCCIRIA guttusiana , “ ‘ A sommossa ”, dove tanti Pulcinella sventolano bandiere di color rosso su fondali monocromi e “ Acerra Sicilia ” dove , ancora , due volti , due realtà , vengono rapportate , messe in parallelo su uno stesso piano e sovrapposte per ricordare il binomio Gaglione – Guttuso , quei personaggi , quelle situazioni appartenenti alla vita di tutti i giorni , quelle denuncie sociali e quelle maschere che ritornano quasi a ricordo di sensazioni pirandelliane , in virtù del fatto che le opere filtrano quello spostamento di piano tra la realtà e la contemporaneità , tra la maledizione e la perdizione della veridicità e quel catartico e stoico Romanticismo storico , quel mondo dal carattere onirico venato di Pathos .
CUONO PERRONI
L’UOMO E’ MORTO, EVVIVA L’UOMO .
L’artista possiede una vasta gamma stilistica che applica di volta in
volta, in funzione dei temi trattati. E qui potremo citare tutte le varie correnti pittoriche, sin dalle più antiche, per arrivare al grafismo. Non si può certo parlare d’ immaturità, l’artista avendo da decenni superato il tempo dell’apprendistato, e le diverse tecniche sono ogni volta “ compiute “. Vi si può allora, forse, scorgere una certa sfiducia nell’unità di stile “ univoca “ messo soprattutto in auge da un certo spirito borghese, oppure la volontà espressa di mostrarsi poliedrico, tale che gli permette il suo talento. Gaglione adatta, quindi, il medio espressivo alla realtà puntuale.Qual’ è questa realtà ? Il variegato mondo del Sud Italiano, visto nei suoi diversi aspetti: paesaggistico, storico, sociale...Che l’arte di Gaglione aderisca cromaticamente ed espressivamente ai veri temi, altri lo hanno puntualizzato meglio che io potrei. Personalmente e modestamente, mi sembra potersi rilevare nell’opera dell’artista una lotta sotterranea ove luce e ombra si oppongono . Non assistiamo al solo realizzarsi della tecnica pitturale basata sul conforto di questi due elementi, ma ad una vera opposizione di evidenze, convinzioni esistenziali. La luce, la via, la sensualità di colori e spensieratezza, sono evidenti, diremmo paradossalmente, nelle “nature morte “. Qui l’Artista si abbandona senza remore alla creatività che lo porta a magnificare i suoi oggetti/soggetti Per contro, laddove èl’uomo, l’uomo meridionale, il tema dell’opera, i volti sono, nel migliore dei casi, nell’ombra o dai contorni incerti o sfocati; oppure nel caso più tetro, più drammatico, le immagini umane sono come fatte di metallo sfaldato dalla corrosione o dal fuoco o resti appena riconoscibili come umani, disseppelliti da mani pietose.Questo è soprattutto riscontrabile nei temi storici o sociali. Qui l’ispirazione al didattismo dell’artista, che si alimenta al suo alto impegno sociale ed umano, ha trovato particolare forza espressiva ricorrendo spesso all’inchiostro nero con tratti forti, essenziali.E un’evidenza si impone: per Gaglione l’uomo del Sud è ferito, o morto o comunque, in lutto. o inesistente, laddove il corpo vive ancora.Tra i due poli, nature morte, nature morte, e per tanto così “vive” e l’uomo ferito o in lutto, si pongono le “ Ninfe “. Qui ci sembra poter riscontrare un potente tropismi con immagini muliebri che sembrano essere colte “ in divenire “, tra il limbo e la forma da completarsi.Artista impegnato, quindi, Gaglione e che, per tema di non essere ben capito, aggiunge all’opera pittorica una sua particolare e personale didascalia/titolo che espleti o completi il senso da dare ad ogni quadro. Non gratuita “ coquetterie “ queste didascalie, ma atto di fede e di amore nella comunicazione umana intriso di sensibilità e poesia.
GIOVANNI BRIGANDI’ Bruxelles, 17 febbraio ’06
Cuono Gaglione e il sud d'Italia «Megàle Hellàs»
Una tendenza all'adeguamento formale verso modelli di cultura classici - tensione che parzialmente si ifa a tematiche mitologiche - si presenta nelle tele di Cuono Gaglione. Questo spirito di " grecità " si manifesta in due modi:
1) da un lato per mezzo della rappresentazione di puntualizzazioni naturali non umane (per esempio gli agrumi) nella loro versione spontanea ed armonica con tutto il resto delle cose, e per mezzo delle figure femminili che compaiono accompagnate da quella grazia e da quell'equilibrio dinamico già canoni del bello nella matura statuaria greca;
2) dall'altro lato attraverso la rivisitazione del motivo dell'identità culturale, tema che fu nell'antichità il caposaldo sociale dei popoli ellenici pur nella loro letterale divisione politica. La dedica a Salvatore Giuliano di un ciclo pittorico ha proprio quest'ultimo significato: rievocare il valore di una autonomia "nazionale" siciliana dal confronto con gli eventi ed i personaggi di quei tempi, nei quali Giuliano è interpretato come novello Robin Hood e la controversa vicenda di Portella delle ginestre assurge a momento indelebilmente paradigmatico.
Da ciò che è stato il retaggio culturale greco-classico, oltre a spunti di estetica, l'artista riprende il concetto più nobile: quello della libertà, la libertà ed il diritto delle genti ad autodeterminarsi in cor¬pi sociali che non siano soggetti ad ingerenze esterne.
È come se in un ricorso storico fossero rivissute nuovamente le passioni intellettuali che furono al centro dell'attenzione all'epoca delle guerre dei Greci in favore della propria indipendenza contro i Persiani nel V ° secolo a. C.
Ma del Meridione in genere il pittore di Acerra (trasferitesi in Sicilia negli anni '70) riprende mol¬teplici aspetti che ne costituiscono l'essenza più profonda radicata nel territorio. Rilevante è la presenza dell'immagine dell'acqua (mare, laghi, sorgenti) che da ispirazione a raffi¬gurazioni naturalistiche o mitologiche (sirene, ninfe), o delle attività pratiche connesse (per esempio la pesca).
La Grecia classica definì il sud d'Italia «Megàle Hellàs» («Magna Grecia», da cui la Sicilia era geograficamente distinta): Gaglione riconosce questa comune dimensione marina dell'essere circondati dalle acque. Più appariscente su questa linea di attaccamento alla terra può apparire la maschera di Pulcinella -più volte rappresentata -, però questo non offusca il fatto che altresì gli stessi prodotti della natura (limoni, arance, etc.) si pongano alla luce di questo medesimo angolo interpretativo.
Danilo Caruso
LORENZO DEL BOCA Inviato il 18/09/2004
Lorenzo Del Boca
Hai scelto di privilegiare limpegno e la cultura, a costo di non sfruttare completamente il marcketing. Idee più che business. Complimenti!
Data: 2004-01-14 13:14:56
SERGIO COLOMBI Inviato il 18/09/2004
Sergio Colombi
Amo la pittura,caro Cuono, per quello che riesce a comunicarmi direttamente...ed ho una gran nostalgia per quel modo di esprimersi che tu utilizzi...oggi un po fuori moda! E questione di sensibilità,probabilmente, o semplicemente di gusti,ma pensa che amo assai anche la musica, ma capisco e sento Beethoven e mi annoio seguendo Mozart... ognuno di noi è fatto a modo suo e,tra le tue Opere che ho potuto vedere ,ve ne sono alcune veramente splendide! Data: 2004-01-14 13:02:04
RAELEN MAUTNER Inviato il 18/09/2004
Raeleen Mautner
...vorrei anche dirvi tutti di visitare il sito di Cuono perchè il filmato e proprio meraviglioso, Cuono, veramente mi ha emozionata abbastanza. Anzi, tra la musica e il dialetto ben familiare per me...e poi sono appena stata prorpio a napoli e la costa amalfitana--ho visto quei limoni, insomma, ho visto quelle scale, ho sentito quel dialetto come lo sentii tanti anni fa in casa mia. Ti ringrazio per averci segnalato questo bel regalo del tuo website.
Data: 2004-01-13 09:41:47
Ermes Culos
Inviato il 18/09/2004
Ermes Culos
Qualche settimana fa per puro caso ho ascoltato Horowitz mentra sonava una composizione di Schuman in un salone di Mosca. Quei magici suoni di Horowitz mi commossero come chiaramente commossero gli ascoltatori russi. Sentii che quella musica rompeva la barriera della distanza e della nazionalitae mi accomunava ai russi. La piccola poesia che segue ne fu il risultato. Larte di Cuono Gaglione, con quei colori e immagini che traspirano in modo cosi vivido il suo amore per la gente e terre del sud, in simil modo mi commuove e, pur essendo friulano e canadese, mi fa sentire intimamente meridionale. --------------------- I FELT RUSSIAN... I switched to Channel 13. Horowitz was playing Schuman in a Moscow auditorium. The old man—I didn’t know then that this was one of his last performances— eyelids drawn over eyes that saw things unseen by eyes wide open, bent over keys caressed by youthful fingertips. Feathered by those gentle touches the keys moaned. My eyes welled with tears and I thought why. Then the camera turned and closed in on the faces in the auditorium. Tears ran down an old man’s craggy cheek. A woman’s hand moved up to her eyes. And I felt Russian to the core. (EPC, Dec. 13, 03)
Data: 2004-01-07 09:31:21
PINO DE GENNARO Inviato il 18/09/2004
Pino Ciao Gagliò!! Scusa se ti scrivo nel giorno della befana, ma sono tornato a casa ieri ed ho visitato il tuo sito. Che dire Un altro sito della e per la nostra terra. Spero che se ne aggiungano tanti! Ti auguro un felice anno nuovo con la speranza che ti porti tante soddisfazioni nel tuo lavoro e a noi di poter ancora goderne! Un abbraccio fraterno mio caro e sconosciuto Cuono. Giuseppe de Gennaro
Data: 2004-01-06 07:59:09
Stefania Longo
Inviato il 18/09/2004
Stefania Longo
Carissimo Cuono, il tuo sito è bellissimo e mostra perfettamente il tuo genio! Non vedo lora di vedere le tue prossime opere. Ti ringrazio anche per aver citato il mio articolo-- è un grandissimo onore! Un abbraccio da Stefania
Data: 2004-01-05 23:30:54
Marco Fortunato
Inviato il 18/09/2004
Marco Fortunato
Ho fatto mie alcune delle tue opere. Non so se ti capita mai di vedere qualcosa e di farlo immediatamente tuo, come se quel qualcosa fosse già esistente nella tua anima prima ancora che lo scoprissi. Scoprire qualcosa che già avevi dentro é una forma di trascendenza. Rimbaud chiamava tutto questo "veggenza", altri la chiamano illuminazione. Complimenti
Data: 2004-01-04 23:14:40
ADSIC MILANO
Inviato il 18/09/2004
ADSIC
Al maestro Cuono Gaglione, per i Suoi indiscutibili meriti artistici, per il Suo instancabile lavoro di ricerca e di sviluppo delle più avanzate tecniche pittoriche, per la Sua costante e produttiva opera di narrazione figurativa tesa alla rivalutazione Storica, Sociale e Culturale dei popoli delle Due Sicilie, il Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale Due Sicilie Sede di Milano rende omaggio e ringrazia! (il Presidente) Dott.Ing. Domenico Iannantuoni
Data: 2004-02-16 13:06:14
GIOVANNELLA GALLIANO Inviato il 18/09/2004
Giovannella Galliano
egregio artista Gaglione, non so se quel poco che mi hanno pubblicato sul giornale di Sicilia ha riscosso la sua attenzione ma in caso contrario volevo ugualmente inviarle larticolo che quel giorno avevo proposto ma che hanno mostruosamente amputato.Lho inviato anche a Milena Nicosia per il portale.La ringrazio ancora per la sua bontà. PS.Il suo dipinto ha riscosso un grande successo ! LA FRASE PIU RICORRENTE E: BELLISSIMO! CORDIALI SALUTI , GIOVANNELLA GALLIANO
Data: 2004-02-16 13:00:42
Giulio La Rosa
Inviato il 18/09/2004
Giulio La Rosa
ho visto "nun chiagnere frange" mi sono venute le lacrime irresistibili e meraviglioso, stupendo, grande, profondo non so piu come esprimere il mio stupore e la mia ammirazione grazie davvero per quello che hai fatto, cuono e grazie a te marina per avermi inviato un regalo cosi bello giulio larosa
Data: 2004-02-16 12:55:42
ANTONIO MARTINO Inviato il 18/09/2004
Caro compatriota Gaglione, le sono grato per linoltro della bella monografia relativa alla sua personale di costì. Ammirato per la compiutezza espressiva della sua arte, le trasmetto il mio vivo apprezzamento per lomaggio alle nostre radici che impronta simbolicamente ciascuna delle sue opere. E altresì ammirevole, opportuna e di alto significato, la dedica che ha voluto accordare a quel grande meridionalista che fu Angelo Manna che con vigore ed autorevolezza seppe esprimere il suo impegno per la nostra Storia Patria. Le formulo pertanto ogni migliore auspicio per una qualificata affermazione nei prossimi impegni espositivi. Con cordiale amicizia Antonio Martino
Data: 2004-02-16 11:11:14
TOMMASO ESPOSITO Inviato il 18/09/2004
Tommaso Esposito
carissimo Cuono è sempre un piacere ritrovarci ance se su net virtualmente. Il nostro Museo cresce ogni giorno di più Grazie soprattutto agli incoraggiamenti ed alla testimonianza di artisti sinceri come te. Un abbraccio da tutti noi ed auguri per la mostra a Bruxelles. Tommaso esposito
Data: 2004-02-16 10:58:47
Fausto CerulliInviato il 18/09/2004
Fausto Cerulli
ti ringrazio per avermi fatto conoscere quel tuo "donne del sud" che rompe finalmente con la pittura finanziata da tutti i minculpop, che strappazza le gottusate di regime e che restituisce senza retorica limmagine di tutte le donne che perdono tutte le guerre e che sanno essere sole ed orgogliose del loro pianto silenzioso: hai dipinto tutte le madri affrante: e le sorelle che voglono vendetta, niobe ed antigone, le prefuche e le amazzoni in momentaneo lutto hai dipinto tutte le palestine del mondo e tutte le città aperte ai carri dei vincitori. le donne del sud che aspettano insieme il loro stupro quotidiano di essere donne del sud, ma lo aspettano insieme e fanno coro, e tu sai che nella tragedia il coro è la voce di dio. fausto cerulli
Data: 2004-02-16 10:46:07
TERESA DE SIO
Inviato il 18/09/2004
Teresa De Sio
ciao cuono grazie per tutte le belle cose che mi scrivi e per avermi resa partecipe del vostro gruppo. Fammi sapere dove siete e che cosa fate. Buon lavoro e buona musica sempre teresadesio
Data: 2004-02-16 10:33:30
Altezza Reale
Inviato il 18/09/2004
Altezza Reale Francia
Cher Monsieur, je reçois, ce jour, votre album "Sirene, ninfe, miti delle due Sicile", que vous avez eu la délicatesse dadresser à S.A.R. Mgr le prince Louis de Bourbon, duc dAnjou, chef de la Maison de France. Je vous en remercie, et jai lhonneur de vous informer que jai transmis cet ouvrage à M. le duc de Clermont-Tonnerre, chef du secrétariat de Mgr le duc dAnjou, qui ne manquera pas de le lui faire suivre. Veuillez croire, cher Monsieur, à ma parfaite considération. Daniel HAMICHE gérant SICRE S.A.R.L.
Data: 2004-02-16 10:27:09
Caterina Russo
Inviato il 18/09/2004
Caterina Russo
carissimo gaglione le sue opere sono veramente coinvolgenti Amo il meridione, e i suoi dipinti , per ciò che ho visto , lo descrivono a pieno , con tutte le sue sfumature positive e non ,ma la poesia sta propio al centro tra la disperazione del popolo meridionale e la sua capacità damare, una capacità che spesso dimentichiamo correndo per il traffico delle nostre città, una capacità che a volte nascondiamo. Mi piacerebbe conoscere da vicino le sue opere, quando si trova in toscana mi farebbe piacere poter prendere un caffè con lei magari se posso vedere le foto originali delle opere ne sarei lusingata.distinti saluti caterina russo.
Martin kohler
Inviato il 18/09/2004
Martin kohler
Egregio Signor Gaglione, non so come posso ringraziarla per questo folder belissimo.E ancora piu bello che questo che avevo in mente. Scusa che sono un puo in fretta, ma sto in partenza all ́aereoporto per andare in vacanza. Mi faccio sentire apena sono ritornato a casa. Non dimentico mai la sua gentilezza di aiutarmi in una maniera cosi splendida e unica. Vi auguro una bella settimana. E ci vediamo sicuramente a Novembre. Ho tanta voglia di vedere la s