"Cuono Gaglione" di Vittorio Napolitano
Le
sue opere si collocano tra sogno e realtà pur sprigionando un
significativo messaggio di
pace, di protesta contro la guerra contro tutte le guerre, d’anelito
alla vita, anche se a volte tribolata ed amara. Talché il messaggio,
spesso, è corale, dettato dall'assillo della dura realtà
d’oggi, minata da corruschi bagliori di guerra.
"Cuono Gaglione" di Mario Cagetti
Cuono
Gaglione fonda la sua
creatività pittorica su una buona cultura artistica che si ricollega
alla stagione dell'espressionismo, mitteleuropeo, con venature di gusto
francese. La figura, processo d'intimo stigma di
sofferto pensiero in riflesso all'umana condizione, si collega nella
narrazione con forza e armonia inténsiva e di costruzione, con segni
torti, e con colori che nelle tonalità non squillanti,
sui violacei e i bruni indicano meditata sentimentalità e adesione
alla realtà.
"Cuono Gaglione" di Domenico
Pisana
All'osservatore
disattento la sua pittura potrebbe apparire una retorica
riproposizione di temi sociali, oggetto d’adusate riflessioni e di
denunce qualunquistiche, ma in realtà l'acutezza dell’osservazione dà
la possibilità di percepire l'originalità del pittore, il quale,
mentre da una parte racchiude nella tela i problemi reali del nostro
tèmpo, dall'altro vi accampa i suoi sentimenti, la sua carica
psicologica, il suo affiato umanitario e artistico rivivendo nei
Pulcinella, le sue origini, il suo desiderio di riscatto, di superamento
delle ingiustizie e delle sopraffazioni, e proiettandosi,
in un contesto dialettico tra reale e ideale, in un mondo nuovo, nel
quale il pittore ritrova la verità semplice e luminosa, uccisa
dall'odio, dalla guerra e dalla menzogna. Questi, dunque, i
motivi di fondo che sembrano emergere dalla pittura di Cuono
Gaglione e che ci testimoniano la sua esperienza d’uomo e la sua
profonda compartecipazione e adesione alla realtà
sociale...»
"Cuono Gaglione" di Gianni
Mattioli
Più
di ogni altra
cosa, per un’artista o per chi abbia a che fare con i segni e le
immagini, le origini o la terra natìa, sono l’aspetto più importante,
affinché la propria opera abbia quel valore aggiunto che
connoti una cifra stilistica o figurativa. In Cuono Gaglione, nativo
di Acerra, paese dell’entroterra napoletano, e poi per sua scelta
“espatriato” in terra di Sicilia, questa caratteristica ha
avuto il suo valore e il suo effetto. Di un artista sono basilari,
quindi, le sue emozioni, le sue scelte di vita, la scuola della strada, i
suoi ideali. Mai come in questo uomo d’arte, sono i
suoi ideali di Meridionalista appassionato, che lo fanno appartenere
di diritto a quella categoria di artisti che trasportano la loro
passione e l’affetto per la propria terra, nelle loro opere.
Da qui nasce la collocazione di Gaglione nel settore figurativo, in
contrapposizione, a quello dell’arte moderna, che non poteva dare
l’esatta misura della scelta naturalistica del pittore. Senza
peraltro risultare poco proiettato nel futuro, Gaglione afferma con
la sua arte, che la natura, la passione e sentimenti si possono vedere
meglio con l’occhio del passato, e della naturalezza
visiva, con una modernità che non può avere uguali. E’ così che
vengono fuori gli ideali e le vere pulsioni di una terra martoriata e
tradita, come quella meridionale. Non a caso Cuono ha scelto
di nascere e di vivere nel regno di capitali che sono la
quintessenza dell’arte figurativa. Anche l’uso dei suoi colori, sono la
risultante compositiva, di una realtà paesaggistica propria del
Sud. E che dire dei suoi Pulcinella, maschera compaesana
dell’artista, che incarna la vitalità e la voglia di riscatto di un
popolo dalle fame atavica si, ma con arguzia e un’ironia intellettiva
che ha dell’alta filosofia. Le maschere dei suoi pulcinella sono
raffigurate pensanti ma pronte ad esplodere se solo glielo chiede il suo
popolo. Contaminazioni varie, quindi, contiene la pittura
di Gaglione, che non soffre di eccessivo astrattismo, ma ricorre ad
un lucido e utile pragmatismo, intriso di passione ed emozioni. Basta
questo per fare della pittura un’arte che racchiude il
massimo del segno iconografico che connota un sentimento? Noi
pensiamo di si. Nulla viene fatto se non c’è prima il cuore e poi il
cervello. Le due cose, come in tutto ciò che è (di)mostrare e
comunicare, sono destinate ad incontrarsi, per poi sciogliersi in
colori e profondità sulla tela. In Cuono il matrimonio
cromatico-emozionale si fa rito ideologico e passione politica. Si
rinnova, con le sue composizioni, il miracolo della realtà che si
ferma in un’immagine, della luce che si fa manifesto di vita e di gioia,
in un contesto di lacrime, sangue e nostalgia. Se Cuono
è riuscito a comunicare tutto ciò, allora la sua è vera arte.
"Cuono Gaglione" di Umberto
Bonincontro
«
. . . Gaglione si può annoverare tra i neo-surrealisti della pittura
Italiana
Moderna. Dopo essere passato da uno studio macerato dai cosiddetti
Fauves e dai marcati cenni dell'espressionismo, al delicato e poetico
mondo degli impressionisti di chiara marca di.scuola
Napoletana, oggi, Gaglione è tra le rivelazioni dell'arte italiana,
per aver fuso le tendenze assimilate in precedenza, in un inconfondibile
e personale stile tecnico-pittorico, unico nel suo
genere; infatti non esiste figura da lui ideata che non chieda
amore, pace e solidarietà, in un contesto cromatico vivace e pacato
nello stesso tempo, ma anche incredibilmente cupa, soffocata
dalle vicende dolorose che oggi opprimono l'uomo nel suo farsi e
disfarsi...»
"Cuono Gaglione" di Anna Maria Scheible De Vito
Le
rappresentazioni interpretate da questo artista rivelano estro
creativo, amore per l'arte e grande sensibilità
verso i problemi sociali e umani. Attraverso un linguaggio vivo e
comunicativo ed una personale tecnica,i suoi colori, psicologicamente
selezionati, abilmente trasfondono sulla tela nelle
figurazioni, visioni di sentimenti, di stati d'animo e di condizioni
esistenziali del meridione
italiano.
"Cuono Gaglione" di Valentina Gaglione
L’ultima produzione di Gaglione
è una vasta raccolta d’opere dove si evidenzia tutta la meridionalità,
intesa come sentimenti, sensazioni e stati d'animo, di
cui artista napoletano da qualche tempo inserito in terra di
Sicilia.
Questi quadri, queste "finestre" aperte sul meridione, richiamano
l'accostarsi di due tempi: quello fermo della nostra memoria, pullulante
esclusivamente di ricordi e quello in movimento del
reale, che scorre incondizionatamente non curante dei nostri
processi mentali.
L'eccessiva generosità dei colori, spesso caldi, il loro ricondurci
ad atmosfere luminose e soleggiate, ad essenze affioranti, tendono a
celare la malinconia di fondo dei soggetti, su cui ricade
una profonda riflessione; una lente d'ingrandimento che pone il suo
fuoco sui problemi che spesso affliggono l'umanità, sugli ostacoli
invalicabili che da sempre si ostinano sulla gente del
Sud.
Ecco che, nell'itinerario dell'esposizione, gli svariati soggetti
parlano anche chiaramente, enucleano le diverse "verità" della vita, le
gioie e i dolori, che, anche nell'ipocrisia, beffardagine
e ironia, la rendono pur sempre vita.
Dai "Pulcinella" agli "Eduardo", dai "paesaggi" alle "nature morte",
si espleta,in queste opere, un forte espressionismo, tutte sintesi e
nello stesso tempo analisi dei diversi momenti
dell'essere.
Esiste un filo conduttore tra il "Pulcinella" e l"'Eduardo";
entrambi rappresentanti di teatralità e, così come l'esistenza spesso è
finzione, ciò che accade sul palcoscenico, a volte prende in
prestito gli avvenimenti dalla vita stessa.
Pulcinella, non vive solo sulla scena, ma è anche la maschera che
ogni uomo indossa per nascondere a se stesso il succedersi, suo
malgrado, degli eventi; è la maschera che indossiamo per la paura
di rinunciare ai sogni, il personaggio che impersoniamo per non
"crescere", ma in fine è anche quella che ci permette di continuare.
Quando tutto il resto fuori ci delude, rappresenta il nostro
piccolo mondo, l'alcova dove amiamo rifugiarci, la parte più
nascosta di noi stessi.
Ma Pulcinella è anche quella maschera tradizionale napoletana che
molte volte, il grande Eduardo De Filippo, con le sue eccellenti doti
interpretative, ci ha regalato nelle sue commedie, le
stesse cui noi abbiamo sorriso.
Un figlio di Acerra porterà in Europa
la testimonianza dell'appartenenza a Dio con la sua pittura" di Mons.
Antonio Riboldi Vescovo Emerito della Diocesi di
Acerra
Carissimo Cuono,
premetto il mio orgoglio di saperlo "figlio di questa piccola città
di Acerra che tra le tante sofferenze o piaghe, se vogliamo - ma dove
non ci sono speranze e angosce, gioie e malvagità e
ingiustizie nel mondo? Ha generato tuttavia figli di grande valore
religioso, umano
e culturale o artistico, come lei.
Non è facile emergere nel campo dell'arte, fino al punto da essere
invitato in questo semestre di presidenza dell'Italia, ad un "Vernissage
di arte pittorica" a Bruxelles. Bisogna davvero avere
espresso maturità e bellezza tale da meritare un podio in Europa. E
conoscendo, anche se in parte, la sua vita di artista nel mondo, posso
testimoniare che merita veramente l'onore che gli è
stato dato.
Si sta discutendo tanto in questi tempi sulla costituzione prossima
della nuova Europa, ossia quell'anima in cui riconoscersi tutti. Pare
che pongano difficoltà a riconoscere che l'Europa ha
un'anima costruita dai popoli in duemila anni della sua storia:
un'anima che ha il nome di Cristo, Figlio di Dio. Un'anima che se si
conserva e su lei ci si modella non si può che pensare ad un
futuro tutto fondato sulla giustizia, sulla libertà, sulla
solidarietà e sulla verità, che sono i cardini della pace.
La stessa arte in Europa è tutta un inno alla sua fede in Cristo: è
il suo vanto è la storia della fede dei popoli nei secoli.
La sua stessa arte, carissimo, trae le sue origini da questa
meravigliosa terra napoletana, che non ha sempre coltivato, pure tra
tante sofferenze, anche oggi, il suo animo che ha tante sfumature
d'arte. E' come quella canzone che un giorno irritò il Re
Ferdinando, come e nelle commedie di De Filippo, mi pare. E quando fu
chiesto chi ne era l'autore rispose: "Maestà, a Napoli il popolo è
l'autore: difatti la canzone altro non è che una nota che esce da
una via, un'altra da un vicolo e via dicendo, fino a diventare musica di
popolo".
E credo, caro Cuono, che la sua arte sia quest'anima che ha raccolto
dalla preziosa magia napoletana, italiana, ma soprattutto cristiana di
cui è piena la tua educazione, la tua vita, la tua
esperienza.
E l'Europa ha bisogno di ritrovare quest'anima. Scrive il Santo
Padre nella stupenda enciclica Chiesa in Europa: Per dare nuovo slancio
alla propria storia, l'Europa deve riconoscere e ricuperare
con fedeltà creativa quei valori fondamentali, alla cui acquisizione
il Cristianesimo ha dato un contributo determinante, riassumibile
nell'affermazione della dignità trascendente della persona
umana, del valore della ragione, della libertà,della democrazia,
dello Stato di diritto." L'Europa è chiamata a ritrovare la sua
identità" (E.E.n.109).
E' davvero una grande e stupenda opera quella che lei sta compiendo
in Europa. Le faccio tanti auguri da questa "sua" città che amo tanto. E
l'accompagni sempre l'amore di Dio che è sempre vicino
ai suoi figli e ai suoi figli dà quei doni che in lei è la
creatività artistica.
La benedico di cuore.
CUONO GAGLIONE - Graziella Ardia
L'artista PER FESTEGGIARE I SUOI PRIMI CINQUNT'ANNI DI
CARRIERAha esposto al castello Baronale in dicembre. I paesaggi delle
sue opere raccontano le sue emozioni, bandendo la banale
veduta delle cose.
Il 7 dicembre, l'artista Cuono Gaglione, ha celebrato, nella
sua città natale, i suoi primi 50 anni di carriera artistica, con la
mostra personale tematica dedicata a Pulcinella (nella
foto un'opera).
Sabato sera a cornice di un successo strepitoso della mostra
"Pulcinella il viandante" si e' esibito il gruppo "Napulitanica" con il
Fernando Galano. Il pubblico presente ha sottolineato
con numerosi applausi alcuni antichi canti della tradizione
napoletana accompagnando e cantando insieme all'artista Galano.
Cuono Gaglione, è nato ad Acerra nel 1947 e vive a Ragusa,
la sua passione per la pittura nasce nel 1959, studiando all'Istituto
d'arte di Napoli e frequentando anche il Magistero di
pittura dal 1965 al 1971.
Le sue opere sono sparse in tutto il mondo ed in Italia ha
avuto grandi successi. Ha partecipato alle più grandi rassegne nazionali
ed estere ricevendo numerosi riconoscimenti.
Gaglione è una persona squisita, sensibile e buona, le sue
opere si collocano sull'asse più classico e vigoroso di una moderna
sensibilità coloristica, unita ad una rigorosa visione della
realtà, trasfigurata attraverso una personalissima e intensa
empatia che la lega a luoghi, a cose e a oggetti quotidiani.
Nei suoi dipinti aleggiano atmosfere e colori che denotano
una solida formazione artistica che riecheggia, spesso, i ricordi e le
calde e atmosferiche pitture della grande stagione
coloristica e la pittura impressionista e
post-impressionista. Si tratta però di una trasposizione emozionale che
agisce a livello inconscio, che produce una sorta di manifestazione
moderna del colore, unita a un altrettanto rigorosa ricerca
delle forme e dei particolari e li carica di magica simbologia.
Per Cuono, un paesaggio non è mai sempre e solo una
raffigurazione, una banale veduta di cose, perché dietro si cela un
universo semantico che rimanda a significati profondi e duraturi
che appartengono alla sua sfera emozionale.
Le sue opere, le ritroviamo in numerose collezioni pubbliche
e private sparse nel mondo, come Parigi, New York, Dublino, Napoli,
Venezia, Norimberga, Brooklyn e numerosissimi piccoli
comuni sparsi dal nord al sud d'Italia.
"Cuono Gaglione" di Giuseppe
Amico
.E’
piuttosto lusinghiero il ben nutrito
curriculum di questo giovane pittore, dal quale si rivela una
costante presenza artistica, matura, veritiera, descrittiva...»
Brevi recensioni di autori
vari
-
CUONO GAGLIONE «... F forse, proprio dal dialogo immaginario con il
personaggio più rappresentativo del Sud (Pulcinella) nascono le opere di
Gaglione, frutto delle esperienze
vissute e maturate giorno per giorno, a testimoniare la necessità e
la validità di un impegno sociale spesso disatteso o frainteso
nell’arte.
GIUSEPPE BONGIARDINA
La
pittura di Gaglione, è piacevole e piena di significato sociale mentre
non manca il calore umano, il sentimento, la comprensione, l’amore e la
socialità profonda e ricca di verità
e di speranza, verso tutte le creature che hanno bisogno di
protezione e di vita...»
FERDINANDO SIGONA
Nelle
sue opere, specchio fedele dei «volti» della sua terra meridionale,
presentati attraverso sentimenti, stati d'animo, modi d’essere, Gaglione
rivela la sua valida tecnica
pittorica e la sua spiccata sensibilità artistica con un discorso
filosofico, psicologico ed umano, in difesa della vita umana e dei suoi
tesori...»
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO
Il
primo premio «tarocco d'oro», è stato assegnato, a giudizio di
un''apposita commissione presieduta dal sindaco La
Rocca, al pittore Cuono Gaglione di Napoli, la cui opera,
equilibrata in ogni suo elemento rivela una marcata tendenza
espressionistica evidenziando nel frattempo i caratteri di un contesto
sociale tipicamente siciliano...»
TURI FERRO
Cuono
Gaglione (Ragusa) «Ultimo atto – Omaggio ad Eduardo (olio) con
soggettiva artistica interpretazione che
muove da un fulcro sociologico,personalmente sentito, fornisce una
testimonianza pittorica della realtà e dei sentimenti del meridione
italiano attraverso l'umana visione, creata nella
rappresentazione dell'attore Eduardo nel suo «ultimo atto»
rappresentativo nello sfondo poetico ed amaro della «sua» Napoli. Ottima
la tonalità chiaroscurale, che eleva la visione a concetto
espressivo e la rende rapportata a commovente misura umana.
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO
-
Ed è per questo, anche, che le opere di Gaglione ci interessano; esse
ci consentono di leggere la nostalgia per una realtà ormai priva
d’accenti vistosi e magniloquenti dove
l'invadenza cromatica ha ceduto il passo al garbato accostamento dei
colori favorendo il dialogo che, pur nelle cavità della riflessione, si
snoda senza tentennamenti ed agglutinamenti...»
GIUSEPPE PELLIGRA MALTES
- Cuono Gaglione (Ragusa) «Ultimo atto – Omaggio ad Eduardo (olio)
con soggettiva artistica interpretazione che muove da un fulcro
sociologico,personalmente sentito, fornisce una testimonianza
pittorica della realtà e dei sentimenti del meridione italiano
attraverso l'umana visione, creata nella rappresentazione dell'attore
Eduardo nel suo «ultimo atto» rappresentativo nello sfondo
poetico ed amaro della «sua» Napoli. Ottima la tonalità
chiaroscurale, che eleva la visione a concetto espressivo e la rende
rapportata a commovente misura umana.
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO·
"Cuono Gaglione, un parallelo tra realtà e
contemporaneità" di Cuono Peroni
Vi
siete mai chiesti quale possa essere stato il
cambiamento apportato alla pittura , alla cultura e alla tecnica ,
dopo l’avvento della rivoluzione Impressionista e , quindi , dopo la
pittura anti-accademica ? Solo quando si crea un parallelo
tra realtà e contemporaneità , quando la veridicità riesce ad
entrare direttamente nello sguardo dell’uomo e ad impressionare ciò che i
suoi occhi vedono , direttamente su una tela da disegno ,
allora vuol dire che l’insegnamento è stato degnamente messo in
pratica . La storia di questo grande maestro , Cuono Gaglione , è legata
ad un pennello , ad un cavalletto e ad un grande senso di
evasione e osservazione critico- analitica che gli hanno permesso di
inserirsi direttamente nella più aulica cultura figurativa italiana .
Basti osservarele sue Bambocciate , quegli scorci di
vita cittadina filtrati nella loro quotidianità , che riesce a
fotografare con una diretta pennellata , cogliendone del personaggio
rappresentato lo stato d’animo, la vera ed intima anima
interiore , quello che sente e ciò che percepisce trovandosi al di
là della tela. Si coglie la momentaneità , la fugacità e l’attimo che
passa di una persona che ha tutto il bisogno di esprimere
al meglio la sua interiorità e la sua forza motrice creativa ,
carica di valore interpretativo intrinseco ed emotivamente coinvolto .
Un tuffo , quindi , nella Napoli della sua infanzia , del suo
tempo , di quelle persone che nascondono la vera anima di questa
città che , giorno dopo giorno , si mimetizza in due volti , quello
della popolarità caotica e quello della malinconica emotività
( e in questo il maestro Gaglione ci riesce perfettamente , basti
osservare i numerosi ritratti di Pulcinella , come nell’ “ Ultimo
Pulcinella ” del 2003 dove , nel volto sfocato edimpreciso
della maschera , si riconosce la figura di Eduardo de Filippo ,
ultima ed unica grande maschera del teatro partenopeo contemporaneo ,
nei quali traspare tutta l’allegria di una persona che vive
dietro quegli abiti da fantoccio e bamboccio e di un uomo che ,
invece , soffre e risente della nostalgica malinconia cittadina ) . Un
volto quindi , quello di Cuono Gaglione , che divide anche
il suo stato emozionale attuale , c’è la volontà di far percepire i
sentimenti e i moti dell’animo attraverso il corpo e la facoltà di
rendere reale anche ciò che i suoi occhi vedono , riuscendo
soprattutto a coinvolgere colui che sta al di qua della tela da
disegno . Memorie di vita cittadina che ricordano il primo Guttuso ,
quello dagli anni ’30 agli anni ’50 del 1900 , un sodalizio
artistico che passa attraverso opere come “ Contadini ” , “ Natività
”, come vuole la migliore tradizione figurativa cristiana , “ Natura
morta ”, “ Omaggio ai pescatori ” , “ Vicolo ”, ricorda
la VUCCIRIA guttusiana , “ ‘ A sommossa ”, dove tanti Pulcinella
sventolano bandiere di color rosso su fondali monocromi e “ Acerra
Sicilia ” dove , ancora , due volti , due realtà , vengono
rapportate , messe in parallelo su uno stesso piano e sovrapposte
per ricordare il binomio Gaglione – Guttuso , quei personaggi , quelle
situazioni appartenenti alla vita di tutti i giorni ,
quelle denuncie sociali e quelle maschere che ritornano quasi a
ricordo di sensazioni pirandelliane , in virtù del fatto che le opere
filtrano quello spostamento di piano tra la realtà e la
contemporaneità , tra la maledizione e la perdizione della
veridicità e quel catartico e stoico Romanticismo storico , quel mondo
dal carattere onirico venato di Pathos .
"L'uomo è morto, evviva l'uomo" di
Giovanni Brigandì
Bruxelles, 17 febbraio ’06
L’artista
possiede una vasta gamma stilistica che
applica di volta in volta, in funzione dei temi trattati. E qui
potremo citare tutte le varie correnti pittoriche, sin dalle più
antiche, per arrivare al grafismo. Non si può certo parlare d’
immaturità, l’artista avendo da decenni superato il tempo
dell’apprendistato, e le diverse tecniche sono ogni volta “ compiute “.
Vi si può allora, forse, scorgere una certa sfiducia nell’unità
di stile “ univoca “ messo soprattutto in auge da un certo spirito
borghese, oppure la volontà espressa di mostrarsi poliedrico, tale che
gli permette il suo talento. Gaglione adatta, quindi, il
medio espressivo alla realtà puntuale. Qual’ è questa realtà ? Il
variegato mondo del Sud Italiano, visto nei suoi diversi aspetti:
paesaggistico, storico, sociale…Che l’arte di Gaglione
aderisca cromaticamente ed espressivamente ai veri temi, altri lo
hanno puntualizzato meglio che io potrei. Personalmente e modestamente,
mi sembra potersi rilevare nell’opera dell’artista una
lotta sotterranea ove luce e ombra si oppongono . Non assistiamo al
solo realizzarsi della tecnica pitturale basata sul conforto di questi
due elementi, ma ad una vera opposizione di evidenze,
convinzioni esistenziali. La luce, la via, la sensualità di colori e
spensieratezza, sono evidenti, diremmo paradossalmente, nelle “ nature
morte “. Qui l’Artista si abbandona senza remore alla
creatività che lo porta a magnificare i suoi oggetti/soggetti Per
contro, laddove èl’uomo, l’uomo meridionale, il tema dell’opera, i volti
sono, nel migliore dei casi, nell’ombra o dai contorni
incerti o sfocati; oppure nel caso più tetro, più drammatico, le
immagini umane sono come fatte di metallo sfaldato dalla corrosione o
dal fuoco o resti appena riconoscibili come umani,
disseppelliti da mani pietose. Questo è soprattutto riscontrabile
nei temi storici o sociali. Qui l’ispirazione al didattismo
dell’artista, che si alimenta al suo alto impegno sociale ed umano,
ha trovato particolare forza espressiva ricorrendo spesso
all’inchiostro nero con tratti forti, essenziali. E un’evidenza si
impone: per Gaglione l’uomo del Sud è ferito, o morto o comunque, in
lutto. o inesistente, laddove il corpo vive ancora. Tra i due poli,
nature morte, nature morte, e per tanto così “vive” e l’uomo ferito o in
lutto, si pongono le “ Ninfe “. Qui ci sembra poter
riscontrare un potente tropismi con immagini muliebri che sembrano
essere colte “ in divenire “, tra il limbo e la forma da
completarsi.Artista impegnato, quindi, Gaglione e che, per tema di non
essere ben capito, aggiunge all’opera pittorica una sua particolare e
personale didascalia/titolo che espleti o completi il senso da dare ad
ogni quadro. Non gratuita “ coquetterie “ queste
didascalie, ma atto di fede e di amore nella comunicazione umana
intriso di sensibilità e poesia.
"Cuono Gaglione e il sud d'Italia «Megàle
Hellàs»" di Danilo Caruso
Una
tendenza all'adeguamento formale verso modelli di cultura classici -
tensione che parzialmente si ifa a tematiche mitologiche - si presenta
nelle tele di Cuono Gaglione. Questo
spirito di " grecità " si manifesta in due modi:
1) da un lato per mezzo della rappresentazione di puntualizzazioni
naturali non umane (per esempio gli agrumi) nella loro versione
spontanea ed armonica con tutto il resto delle cose, e per mezzo
delle figure femminili che compaiono accompagnate da quella grazia e
da quell'equilibrio dinamico già canoni del bello nella matura
statuaria greca;
2) dall'altro lato attraverso la rivisitazione del motivo
dell'identità culturale, tema che fu nell'antichità il caposaldo sociale
dei popoli ellenici pur nella loro letterale divisione politica.
La dedica a Salvatore Giuliano di un ciclo pittorico ha proprio
quest'ultimo significato: rievocare il valore di una autonomia
"nazionale" siciliana dal confronto con gli eventi ed i personaggi
di quei tempi, nei quali Giuliano è interpretato come novello Robin
Hood e la controversa vicenda di Portella delle ginestre assurge a
momento indelebilmente paradigmatico.
Da ciò che è stato il retaggio culturale greco-classico, oltre a
spunti di estetica, l'artista riprende il concetto più nobile: quello
della libertà, la libertà ed il diritto delle genti ad
autodeterminarsi in corpi sociali che non siano soggetti ad
ingerenze esterne.
È come se in un ricorso storico fossero rivissute nuovamente le
passioni intellettuali che furono al centro dell'attenzione all'epoca
delle guerre dei Greci in favore della propria indipendenza
contro i Persiani nel V ° secolo a. C.
Ma del Meridione in genere il pittore di Acerra (trasferitesi in
Sicilia negli anni '70) riprende molteplici aspetti che ne costituiscono
l'essenza più profonda radicata nel territorio. Rilevante
è la presenza dell'immagine dell'acqua (mare, laghi, sorgenti) che
da ispirazione a raffigurazioni naturalistiche o mitologiche (sirene,
ninfe), o delle attività pratiche connesse (per esempio la
pesca).
La Grecia classica definì il sud d'Italia «Megàle Hellàs» («Magna
Grecia», da cui la Sicilia era geograficamente distinta): Gaglione
riconosce questa comune dimensione marina dell'essere
circondati dalle acque.
Più appariscente su questa linea di attaccamento alla terra può
apparire la maschera di Pulcinella -più volte rappresentata -, però
questo non offusca il fatto che altresì gli stessi prodotti
della natura (limoni, arance, etc.) si pongano alla luce di questo
medesimo angolo interpretativo.
"Cuono Gaglione, l'uomo e il pittore" di Carmelo
Parrinelli
Cuono
Gaglione, il maestro e l'artista. Le sue opere profumano di poetica
immaginifica; vi si rappresentano personaggi di estrazione sociale
semplice, sì, ma di alto significato
simbolico. I suoi "Pulcinella", in particolar modo, raffigurano in
maniera elegante, quanto a volte onirica, l'allegoria cialtronesca della
nota maschera napoletana, così da rivelare l’essere
uomo e le proprie impressioni, in una perturbante visione dei sensi.
La maschera come visione o come nascondiglio?
E' quello che ci si chiede ammirando le pennellate decise e a volte
offuscate da fievoli e leggeri aliti di bianco fumo. E così Gaglione
sembra riproporre in chiave umoristica e nel contempo
drammatica, la vicenda dei meridionali, etichettati come
giocherelloni, irriverenti, pittoreschi e allo stesso modo sciagurati;
richiamando, è certo, quelle che sono le problematiche sociali. I
suoi Pulcinella tendono a essere un composto di sentimenti, orme,
atti impressionistici dello stato emotivo umano; uno "spicchio" di Sud
idealizzato dal pennello deciso e dai colori pieni. Le sue
“imprese” su tela richiamano quanto di buono e leale ci sia in
ciascun individuo, adombrando così dicerie e qualunquismo, semplicemente
con tocchi di espressionismo puro. I Pulcinella attraggono
per le loro espressioni, per nulla penalizzati dal costume che,
anzi, riveste un ruolo fondamentale nella figurazione dei sentimenti.
Cuono Gaglione è certamente uno dei migliori artisti
meridionali contemporanei, un pittore del Sud che scuote proprio per
la forza delle sue opere.
"Cuono Gaglione e il suo Pulcinella" di Marina
Dionisi
Cuono
Gaglione - Pulcinella è una figura dalle diverse sfumature: è voce
degli oppressi, eterna malinconia, anima di un popolo, morte,
rassegnazione e vita. Pulcinella infatti è spesso
ritratto vicino ai suoi concittadini, presente nelle loro esistenze e
nelle loro sofferenze:l'Emigrante è il quadro che dimostra quanta
strada abbia fatto la maschera nel cuore della gente grazie
al pennello dell'artista. Quasi sfigurata dalla liquidità del
colore, dal fondo sorge l'immagine stanca del Pulcinella emigrante,
mollemente seduto in attesa di una speranza che forse non
arriverà mai.
Ma Pulcinella non rappresenta solo la solitudine e l'abbattimento.
Nella sua doppiezza - I due Pulcinella e La resa - riesce a manifestare
la forza di cambiare e di risorgere con immutata
violenza. Ne sono testimoni il rosso che esce timidamente dalle
maniche del Pulcinella de "La resa", non vinto ma forse in attesa, e "I
due Pulcinella" anch'essi caratterizzati dal rosso accesso
della sottoveste che esce dalla tunica bianca. Quasi quel colore si
impossessasse delle azioni (le mani) del personaggio dandogli la forza
di reagire e di combattere. Ma l'artista ci mostra che
non è solo la volontà di reagire e di ribellarsi che caratterizza
Pulcinella. Ne "La ricchezza di Pulcinella" il personaggio viene dipinto
nella sua rigidità, nella compostezza e nella silenziosa
dignità. Ma la ricchezza di Pulcinella è la vicinanza con la sua
terra, con quei colori forti e sfacciati che gli permettono di
recuperare la propria natura, presente nella spensieratezza de
"O'sunatore". Un Pulcinella, quindi, variegato quante sono le pieghe
che l'artista Cuono Gaglione, con particolare cura, rappresenta nella
sua veste: povera nel colore, ma sontuosa nelle
fattezze. Pulcinella è il cuore del suo popolo perché non lo
abbandona mai. E'questo quello che sembra volerci comunicare con tanta
poesia e delicatezza il pennello di Gaglione, un artista che
non ha paura di inserire la figura di Pulcinella anche alle proprie
spalle: simile ad un amico e ad un angelo custode e al tempo stesso
ritratto legato, quasi mostrasse chiaramente
l'impossibilità di essere completamente se stesso. Ma Pulcinella è
stato, è, e sarà per sempre. Questo sembra volerci comunicare il
Pulcinella più espressivo della mostra, quello che ci guarda
con gli occhi conosciuti e malinconici di Eduardo De Filippo, uno
dei più grandi interpreti della commedia dell'arte. Sembra volerci
ricordare che Pulcinella si trova dentro ognuno di noi: pronto
a vestire i panni di ogni sognatore, a condividere il peso delle
sconfitte e la gioia della vita... essa stessa, con le sue
contraddizioni, più simile a una commedia dell'arte di tante opere
adattate alla sua creatività.
"Cuono Gaglione" di Fabio
Zingone
Chi
ha sempre avuto fiducia nello stereotipo del tifoso rozzo ed incolto
deve ricredersi alla luce degli ultimi tempo che vedono artisti e
letterati seguire le sorti della propria squadra
del cuore con grande passione.
A Napoli, uno dei maggiori artisti contemporanei è anche uno degli
più sfegatati supporters azzurri, si tratta del noto pittore Cuono
Gaglione, neo espressionista di fama internazionale che ha
esposto i suoi quadri nei più prestigiosi musei d'Europa e del
mondo, come la New Art Gallery di New York. L'apice del suo successo,
l'ha raggiunto soprattutto negli ultimi anni, esponendo i suoi
capolavori, che hanno come soggetti esclusivamente paesaggi e
personaggi del Meridione, presso il Parlamento Europeo di Strasburgo.
Il pittore del Sud, come ama definirsi, tifa per il Napoli ormai da
più di quarant'anni “Erano i primi anni Sessanta- esordisce Gaglione-,
mio padre mi accompagnò ad un Napoli-Spal 2-1;
sinceramente però ero troppo piccolo e l'unica cosa che ricordo di
quella gara è la divisa della Spal, stretta a strisce verticali
bianco-azzurre”. Col passare degli anni però aumenta l'amore per
la maglia azzurra, ed il maestro diventa un frequentatore assiduo
del S.Paolo: “Di solito non seguivo la partita da una postazione fissa.
Però ogni volta che sono stato in curva B il Napoli ha
sempre segnato almeno tre goal e non ha mai perso, mentre l'unica
volta che mi sedetti in curva A perdemmo per 3-1”. Tanti bei ricordi
sono legati a quei pomeriggi vissuti tra mille suoni e
colori: “Non potrò mai dimenticare alcuni incontri come Napoli-Lazio
3-3 con tripletta di Chinaglia o Napoli-Venezia 4-0 in cui Canè
realizzò un poker di reti, anche se forse la partita a cui
sono più legato è Napoli-Inter dell'88 (l'anno dello scudetto perso
nelle ultime giornate a vantaggio del Milan ndr)”, Ed in effetti un
motivo c'è: “A ventisette anni mi trasferii a Ragusa per
motivi di lavoro ed in quell'occasione tornai nella mia città
soltanto su invito di Maradona, che mi regalò un biglietto del settore
Distinti il giorno dopo che gli regalai un mio quadro”.
Oltre al passato più lontano però, Cuono Gaglione ci parla anche del
passato più vicino e non può esimersi dal commentare le vicende
extrasportive delle ultime due estati partenopee: “Purtroppo
chi comanda è Carraro, che oltre a controllare la FIGC, attraverso
tante ramificazioni fa valere la sua presenza ovunque; a mio avviso è
anche più potente di Moggi, perciò quando decidemmo di
allontanarci da quest'individuo fummo fatti fuori. Tuttavia abbiamo
avuto la fortuna nella sfortuna di trovare la persona giusta al momento
giusto: Aurelio De Laurentiis, che, sono sicuro, ci
riporterà al più presto nel calcio che conta”.
Infine, le ultime considerazioni sul campionato in corso:
“Quest'anno mi sarebbe piaciuto assistere al match del Napoli nella
vicina Gela, ma motivi di salute mi hanno impedito di essere
presente; credo comunque che al 99% torneremo in B, perché Marino ha
allestito davvero un' ottima squadra che non ha eguali in tutta la C,
forse soltanto il Perugia potrebbe disturbarci”.
E speriamo di rivedere al più presto il Maestro al S.Paolo che con
il suo tifo, il suo calore, il suo pubblico, i suoi colori, potrà
ispirarlo un nuovo capolavoro artistico da consegnare in
occasione di un nuovo trionfo
azzurro.