"Cuono Gaglione" di Aniello Montano

 

Grazie alla cortesia di Madame Banotti, questore responsabile per le questioni artistiche e culturali del Parlamento Europeo, Cuono Gaglione espone a Bruxelles. Su proposta dell’eurodeputato Roberto Bigliardo, le opere di Gaglione sono state visionate e accolte per una esposizione di alto valore artistico in una sede di così grande prestigio. E’, questo, un meritato riconoscimento per un artista che, pur tra mille difficoltà, ha mantenuto fermo il suo impegno nel campo della cultura e la sua fedeltà ad uno stile pittorico. Gaglione dipinge da quasi quarant’anni. E da altrettanti anni è pittore figurativo. Non si è mai lasciato incantare dalle sirene dell’ultramodernità. Non ha mai ceduto alle lusinghe psicologistiche ed istintuali dell’informale o dell’astratto. Non ha mai creduto che la scomposizione della realtà, fino ad arrivare al puro segno o al semplice schizzo cromatico, potesse dire e dare più della restituzione di un’immagine reale filtrata attraverso l’intimo e personale ripensamento, carico di sonorità emotive e passionali.Ed è proprio la tensione emotiva e passionale la cifra che connota la pittura di Gaglione. Egli sente il mondo reale (degli oggetti e degli scorci paesaggistici) e le figure umane nella tonalità pratica che gli è propria. Non li avverte quali realtà chiuse in una loro dimensione semplicemente esteriore, quasi a vederle fosse un occhio capace di cogliere soltanto le pure geometrie delle forme oggettive. Li avverte già come realtà cariche di umori passionali, di sentimenti fortemente sentiti e vissuti. Una figura umana, nella pittura di Gaglione, non è una pura e semplice forma, rubricabile sotto la categoria della “cosalità”, appartenente alla mera esteriorità. E’, invece, un’immagine trasfigurata dal sentimento che l’artista vi ha incorporato e che, perciò, diventa il simbolo vivente e pulsante della tensione emotiva e pratica dell’artista.I paesaggi e le figure di Gaglione, perciò, non sono mai astrazioni ricavate da una memoria puramente visiva e fattuale. Sono sempre espressione di un vissuto e, perciò, contestualizzate in un tempo e in un luogo. Hanno sempre ancoraggi ben definiti a fatti ed eventi, accaduti in un certo luogo e in un determinato momento storico.Le tele in mostra in questa magnifica e prestigiosa sede, gentilmente offerte dalle Autorità europee, sono il racconto di un momento particolarissimo della storia del Mezzogiorno d’Italia. Un momento centrale: quello dell’espansione del Regno sabaudo e della sua trasformazione in Regno d’Italia, a seguito dell’annessione di altre realtà statuali della Penisola, Regno delle due Sicilie compreso.Gaglione, pittore socialmente impegnato da sempre, dedica la sua arte alla rivisitazione di questo snodo della storia in chiave decisamente antisabauda. E se nella mostra dedicata a “Sirene, Ninfe e miti delle due Sicilie” aveva assunto a simbolo della Magna Grecia per lo più figure di donne (ninfe e sirene, appunto), in questa dedicata ai “Preziosi delle due Sicilie” ha scelto figure tipiche della emarginazione sociale e politica all’interno della realtà meridionale post-unitaria: briganti, emigranti, contadini. E’ l’epopea degli esclusi, di quanti non vollero, non seppero né poterono riconoscersi nella nuova realtà statuale. Sono queste figure, fiere e sofferenti ad un tempo, a rappresentare l’attaccamento istintivo e passionale di Gaglione al Sud d’Italia, a quel Sud che egli, in linea con una certa ritornante storiografia, continua a chiamare il Regno delle due Sicilie. Tanto questa dizione che le figure prescelte sono, però, l’aspetto esteriore, puramente intellettualistico, la cornice della tensione artistica e del fare pittorico di Gaglione. Fuori ed oltre la sua lettura della storia e del destino di alcuni gruppi sociali dell’Italia Meridionale, c’è, invece, il pittore che sente il colore come linguaggio espressivo privilegiato, capace di parlare all’intelligenza passionale e all’appassionata razionalità dell’uomo. Che sente la pittura come modo di esprimere, in forme immediatamente comprensibili, la tensione pratica, i sentimenti profondi, il radicale attaccamento alla terra in cui si è nati, alla società in cui ci si è formati e di cui ciascuno avverte, incancellabile, il fascino maliardo e pervasivo. Il Mezzogiorno d’Italia, con i suoi paesaggi e le sue figure topiche, fisse, quasi scolpite nella memoria storica, è il vero protagonista della pittura di Gaglione. L’artista riflette su questa realtà con la più viva e sentita partecipazione. Con il suo occhio acuto e penetrante scruta e indica il malessere atavico che la investe, la marginalità della sua condizione attuale. E, con la nobiltà dei suoi sentimenti e la forza della sua arte, tenta di riscattarla, di riconsiderarla in una chiave ideale. Ne risulta una rappresentazione sincera, autentica, carica di una tensione affettiva e di una partecipazione emotiva propria di chi avverte una sorta di identificazione tra il proprio vissuto e la sorte del proprio ambiente storico. Sulle tele si moltiplicano scene e personaggi, amorevolmente e simpateticamente custoditi nel profondo della propria memoria ed eletti a simbolo del legame con le proprie radici. Ecco perché, accanto alle figure di contadini, briganti ed emigranti, compare ripetutamente l’immagine di Pulcinella; di quel personaggio mitico che racchiude in se“penuria di beni” e “ricchezza di talento”, i simboli tradizionali, più accreditati, della condizione storica del Mezzogiorno e delle capacità dei suoi figli.In queste tele, il tocco è leggero, sfumato, leggermente opacizzato, quasi a rendere la malinconia, dolce e sofferente, della distanza: che, però, è distanza di tempo e di situazioni storiche, mai di emozioni e di profondo sentire.La mano sicura dell’artista, giunto ormai al vertice della sua maturità pittorica, sa instaurare all’interno della campitura della tela un sottile gioco dialettico tra il vicino e il lontano, tra il chiaro e lo scuro, tra lo sfondo e la figura da fare emergere.Quella di Gaglione è pittura delicata, composta e serena, anche nella denuncia sociale e nella rappresentazione del dolore. E’ pittura maturata nella macerazione interiore e approdata a una lirica felicità espressiva.

"Alcune riflessioni sulla Meridionalità di Giuseppe Baggione e


Nel panorama artistico internazionale, Gaglione con le sue rappresentazioni pittoriche è collocato nei posti privilegiati fra i tanti Artisti che hanno descritto, con il loro fare pittorico le straordinarie meraviglie del Sud.Gaglione ha scelto un cofanetto, dove ha deposto le gemme del Meridione della sua lunga esperienza Artistica, ma anche come uomo ha dedicato parte della sua vita impegnandosi nel sociale.Così alcuni critici, hanno voluto esprimere il grande amore che Cuono Gaglione serba nel cuore per la gente meridionale e per il Sud.Tra i rappresentanti della pittura contemporanea, Gaglione si distingue per la sua capacità di indagare nel profondo dello spirito e di evocare immagini e sentimenti che fanno parte del nostro vivere quotidiano. Al di là di ogni ricerca stilistica, di ogni velleitario avvenirismo, di ogni sperimentazione priva di riscontri, egli sa cogliere l'essenziale, sa creare la poesia dei colori e il ritmo del disegno in un avvicendarsi di «mondi», reali e fantastici che sono per lui nello stesso tempo mezzo e fini di un'arte priva di fronzoli, capaci di piegarsi alle più intime esigenze, di elevarsi a valore di simbolo, di essere monito, denuncia, indagine sociale e psicologica. La sua poetica del pulcinella, patetico rappresentante di un’umanità dolorante e insoddisfatta, è denuncia ma anche ricerca ansiosa di un mondo diverso, dove sull’aridità del reale appare la luce dell'ideale nel perenne fluire di vicende ricorrenti. I suoi colori sono forti, decisi, mediterranei, le sue tematiche semplici, chiare; l'uomo, la terra, la natura, l'ambiente con i loro «chiaroscuri» con la loro dolorante esperienza domina.Gaglione è pittore vero, maturo, perché lo ha maturato nel suo intimo una grand’umanità, e sa essere umile come un discepolo, ma anche grande come un maestro. 


"Cuono Gaglione e l'immagine informale" di Reno Bromuro


Ad un primo esame i quadri di Cuono Gaglione rivelano immediatamente come ci si trovi di fronte ad un'artista prevalentemente lirico, apprezzato dagli altri pittori. Prendiamo ad esempio la prima tela che ci capita sottomano: «Donne del Sud», la straordinaria energia generata dalle immagini in decomposizione, come fosse un annuncio alla civiltà, che la donna del Sud, «quella» abituata a camminare a testa bassa, che ha le spalle curve per il troppo lavoro, stia scomparendo e dalla materia scaturisca la nuova donna; anche se per il maestro Gaglione non hanno ancora un volto ben definito. Questa tela e «Mietitori», richiamano molto la «Scuola Romana» di Mafai, di Scipione, di Mazzacurati di Caputi, ecc… hanno nella rarefazione dell’informalità delle figure e nella compattezza colorica, una nota di spiritualità moderna e modernamente sentita senza sentimentalismi, o lacrime d’alambicco per commuovere il visitatore.Circa gli altri dipinti esposti in questa mostra dei suoi lavori più recenti, rivela inoltre una serietà ed un livello d'impegno tali da rendere la sua un'arte duratura. Ugualmente in accordo con le esigenze dell'arte autentica sono l'austerità dei soggetti, un'esecuzione caparbia al limite del brutale e la gamma dei colori deliberatamente ristretta: ecco la novità che lo sgancia dall’informalità della «Scuola Romana» lì, si rappresenta il disfacimento di una società, evolutasi nel ricordo della gloria passata, per volere di una volontà totalitaria; qui, invece, dalle macerie del disfacimento culturale di un certo ceto del Sud si vuole riformare, impastare direi, come Dio Adamo, l’orgoglio del Sud.Gaglione non fa nulla per farsi rifiutare o accettare, né muove un dito per piacere usando immagini seducenti, nella loro formazione, o colori allettanti, la durezza del suo approccio crea un'intensa ma controllata attrazione, la cui immobilità infonde un senso di trance; nelle sue tele non c’è stasi, o sospensione del flusso naturale, introduce nelle figure non la passività elegiaca della sconfitta a prima vista ma, sotto sotto, gli echi perturbanti di un possedimento spirituale e ottimista.La sua è, in breve, un'opera d'esplorazione architettata dalle forze statiche che precedono il subbuglio e l'esplosione di un cambio, questo traspare dalla sistemazione delle maschere:«maschere e uomini mascherati», come si vede in «Monumento».Afferma Aniello Montano che «Gaglione è dotato di una vocazione autentica, di quelle che pervadono ed impegnano tutta la tensione spirituale senza consentire distrazioni o temporanei disimpegni, Cuono Gaglione da anni lavora alacremente, con un entusiasmo che si spinge fino al sacrificio, per affinare la sua tecnica ed adeguarla al livello della sua ispirazione artistica».La rappresentazione delle figure e delle immagini della «Cascata», della «Periferia» e altre tele qui rappresentate, sembrano indefinibili eppure sono in continua trasformazione; sotto colori e infuocate superfici permettono di rimanere affascinati, colpiti da non permettere assolutamente, a queste immagini in formazione di abbandonare la mente mentre altre, come ho scoperto io stesso, s’insinuano gratuitamente nel ricordo anche parecchio dopo la visione iniziale. La fusione dei rossi dei terra di Siena, dei marroni terragni impartiscono una riflessione di tipo kafkiano che possiede una potenza quasi elettrica. Quello che Cuono Gaglione raffigura nei suoi dipinti è inequivocabilmente legato al dissolversi dell'identità e del significato, temi fondamentali della nostra epoca.Il punto di riferimento della sua serietà consiste nel come faccia fronte alle accasciate certezze e alle anomalie della consapevolezza odierna rigettando le «pallose» apparenze della normalità e delle loro maschere, toccando l'orrore della vacuità individuale. Quest'apparente contraddizione è risolta dal fatto che le «Donne del Sud» sembra siano un rifiuto, piuttosto che un omaggio alla sua terra alle sue compaesane, e ciò nonostante l'ovvio rispetto che Gaglione ha per l'opera del pittore. In effetti, l'importanza di questi quadri, a parte la loro natura, è data dal fatto che è sia un'espressione d’apostasia che una dichiarazione di una posizione esistenzialista del tutto opposta. Nella composizione delle figure che dall’informalità raggiungono la perfezione del pensiero metafisico, che guida inconsciamente l’artista, vi è la visione di una vita, che per noi può apparire senza valore, ma che Gaglione fa avanzare ulteriormente il principio della sostituzione perpetua. Da questo lui ha costruito un dialogo antifone che spiega buona parte della prolungata tensione del suo lavoro. Ciò traspare particolarmente, a mio avviso, dai dipinti più potenti, dove la propulsione è stata accumulata e distillata rispetto a quelle immagini composte con più rapidità. A conclusione di queste brevi mie note vorrei solo aggiungere che i quadri di Gaglione confermano una mia vecchia teoria secondo la quale il futuro della pittura contemporanea avrà inesorabilmente come base una maggior codificazione, destinata ad un pubblico più erudito. In questo senso il lavoro Cuono Gaglione è di un’infiammabilità unica ed è suscettibile d’ampliamento e studio infiniti. 


"Cuono Gaglione" di Maria Giovanna Tumino 


Mi trovo a presentare le nuove opere di Cuono Gaglione per questa mostra sui preziosi delle Due Sicilie, e ritengo estremamente interessante seguire il percorso artistico di un pittore così legato ad una realtà che è insieme geografica e viscerale, di appartenenza alla propria terra, ma che non ne ha vincolato e ostacolato l’iter. Quando parliamo di arte contemporanea in Italia spesso dobbiamo parlare anche di una realtà provinciale, in questo caso vedendo il legame tra l’artista e la sua terra, di nascita e di adozione,  sembrerebbe quasi ovvio tornare a parlare di arte provinciale, ma penso che questo legame sia il punto di partenza e la ricchezza della pittura di Gaglione, non un vincolo o un limite. Un percorso lungo quaranta anni, durante i quali l’artista sperimenta diversi metodi espressivi, diverse tecniche, dall’olio all’acrilico, dall’uso di una materia pittorica incrostata di conchiglie o merletti ai fondi d’oro di sapore medievale. L’iter creativo del nostro artista passa attraverso la sperimentazione e le grandi avanguardie, dalle origini di ogni autore italiano che si è formato in Italia troviamo il Rinascimento, ma  possiamo leggere i segni dell’impressionismo, dell’espressionismo, possiamo riconoscere una storia artistica che ci conduce dalle pennellate di Guttuso, alle composizioni che richiamano Mafai e la scuola romana, dalla materia pittorica spessa di sapore informale, alle riflessioni sul Neo Dada e alla pop art, ai decollages di Rotella. Ma il percorso che conduce Gaglione alla sua pittura di oggi, pur attraversando i temi della storia dell’arte dei nostri tempi, è peculiare e suo proprio, la lettura della pop art in chiave mistica ed ancorata alla realtà sembra quasi una provocazione ai soggetti giocati sull’effimero del Neo Dada e della pop art ( Omaggio a padre Pio e Madre Teresa). Le immagini reiterate di Pulcinella quasi simbolo del suo paese natale si accompagnano ai paesaggi bruciati dal sole della terra in cui l’artista ha scelto di vivere, le dolenti immagini di donne il cui volto nasce da immediate pennellate  è dolente e quasi scuro in contrapposizione alla luce della natura retrostante, ad enfatizzare ulteriormente questo travaglio (Il Sud, Omaggio a Vittoria, Mercato). Ogni siciliano, ogni meridionale è visceralmente legato alla propria terra ovunque viva e la ama in un modo che a volte è difficile spiegare, quel dolore alla separazione, alla partenza quel senso di ritorno al grembo materno all’arrivo, e non sono gli affetti il legame ma il nostro essere stati generati da quella terra da quella strana madre, di terra, di mare, di rocce e di sole, un sole abbacinante che noi impariamo a sentire e percepire da sempre, che è anche l’unico che percepiamo come tale, quella stessa luce che pervade le opere di Gaglione, quella stessa luce che a Gibellina ha cambiato la pittura di Toti Scialoja.Gaglione oltre all’amore per la terra natia ha anche quell’orgoglio che lo spinge verso il bisogno di denuncia per ciò che avvenuto, per ciò che la sua terra ha dovuto subire, per ciò che dopo il 1861 le Due Sicilie non più regno sono diventate, e le sue linee i suoi colori abbacinanti come la luce del sud e cupi come il suo buio ed il suo silenzio, dipinge anime straziare e strappate, costrette a fuggire a cercare altrove di cui vivere senza un motivo reale, ma solo a causa di un saccheggio, costrette a nascondersi nell’illegalità, questi i temi forti che hanno portato il nostro artista a questa stagione creativa, temi che gli sono propri da sempre ma che in questa fase del suo lavoro sono ancora più evidenti.La pittura di Gaglione così come il suo autore è visceralmente legata alla terra che l’ha generata, i colori, la luce, richiamano l’elemento naturale ma anche la tradizione della ceramica dalle arabe ascendenze medievale e luce moderna per la tela.  

"Cuono Gaglione e l'amore per il Sud" di Stefania Longo


Quando si guardano le opere di Cuono Gaglione, si vede immediatamente quanto è forte il suo amore per il Sud-- la nostra terra che è stata negata dalla storia recente ma che sta avendo il proprio "risorgimento". Questo "risorgimento meridionale" è un risorgimento della propria arte e letteratura che mostra al resto del mondo che il Meridione è una terra di progresso com'è la terra promessa per migliaia di persone. L'arte di Cuono Gaglione serve ad essere un esempio meraviglioso del risorgimento del Sud; i suoi dipinti richiamano il passato glorioso della nostra terra ma sono anche un simbolo del suo futuro. Grazie a Cuono Gaglione, le bellezze e le meraviglie del Sud viste attraverso i suoi dipinti saranno esposti al Parlamento Europeo a Bruxelles questo novembre.  

"Cuono Gaglione" di Renato Civello

I personaggi che raffigurano i «pulcinella» di GAGLIONE non sono un mito o una memoria letteraria, ma una sofferta nostalgia armonica. Sono rivisitati peraltro, con una pittura che tiene conto, in ordine alla preliminare esigenza di una corretta morfologia, degli approdi più attendibili del figurativo.  

"Oscillazione pittoriche tra il quieto e il tempestoso e alcune riflessioni sulla meridionalità artistica di Cuono Gaglione" di Giuseppe Baggione

Nel panorama artistico internazionale, Gaglione con le sue rappresentazioni pittoriche è collocato nei posti privilegiati fra i tanti Artisti che hanno descritto, con il loro fare pittorico le straordinarie meraviglie del Sud.Gaglione ha scelto un cofanetto, dove ha deposto le gemme del Meridione della sua lunga esperienza Artistica, ma anche come uomo ha dedicato parte della sua vita impegnandosi nel sociale.Così alcuni critici, hanno voluto esprimere il grande amore che Cuono Gaglione serba nel cuore per la gente meridionale e per il Sud.Tra i rappresentanti della pittura contemporanea, Gaglione si distingue per la sua capacità di indagare nel profondo dello spirito e di evocare immagini e sentimenti che fanno parte del nostro vivere quotidiano. Al di là di ogni ricerca stilistica, di ogni velleitario avvenirismo, di ogni sperimentazione priva di riscontri, egli sa cogliere l'essenziale, sa creare la poesia dei colori e il ritmo del disegno in un avvicendarsi di «mondi», reali e fantastici che sono per lui nello stesso tempo mezzo e fini di un'arte priva di fronzoli, capaci di piegarsi alle più intime esigenze, di elevarsi a valore di simbolo, di essere monito, denuncia, indagine sociale e psicologica. La sua poetica del pulcinella, patetico rappresentante di un’umanità dolorante e insoddisfatta, è denuncia ma anche ricerca ansiosa di un mondo diverso, dove sull’aridità del reale appare la luce dell'ideale nel perenne fluire di vicende ricorrenti. I suoi colori sono forti, decisi, mediterranei, le sue tematiche semplici, chiare; l'uomo, la terra, la natura, l'ambiente con i loro «chiaroscuri» con la loro dolorante esperienza domina.Gaglione è pittore vero, maturo, perché lo ha maturato nel suo intimo una grand’umanità, e sa essere umile come un discepolo, ma anche grande come un maestro  

"Cuono Gaglione" di Carmelo Arezzo

Al centro della stia riflessione sono i drammi del Meridione, per simboli riassunti nell’immancabile presenza della cupola d’Acerra (riferimento nostalgico ad un'altra dimensione esistenziale) e nel protagonismo silenzioso melanconico e rasserenante ad un tempo di candidi Pulcinella, chiamati a rappresentare la condizione meridionale nel nostro tragico tempo di rinunce e di crisi, d’arretratezze e camorre. E questa realtà che trova in Gaglione un cantore fortemente partecipativo, sia pure in bilico tra razionalità e l'istinto, ha il suo nume tutelare nella rievocazione (che data, per amore di verità, a prima della morte) della figura e del volto del grande Eduardo De Filippo; uno sguardo, un atteggiamento, una gestualità appena percepibile, la saggezza di un poeta della memoria e del riscatto di un popolo che non sempre gli è stato sinceramente vicino.Ma se questa, fatta di volti sofferenti e di catene inanimate di dolore, è la pittura più autentica di Gaglione, egli riesce anche a vivacizzare il suo percorso pittorico, ricostruendo la realtà coloratissima dei nostri pescatori, déi nostri ambienti popolati di case e di tetti, dalle nostre tavole imbandite - poveramente ma orgogliosamente - di colori e di sapori.  

"Cuono Gaglione" di Attilio Sigona

Identificare un artista da stilemi tecnici, da ricorrenti tematiche, dai colori, dallo sfumato, assegnare immediatamente un nome ad una tela non dipende in via esclusiva dalla capacità o dalle conoscenze dell'intenditore o dell'amatore, quanto dall'artista stesso, dal possesso di una personalità ben spiccata. Più che l'acquisizione e l'assimilazione di precise tecniche, compositive è la personalità artistica ad emergere e a determinare una costante compositiva che sigla e sigilla ogni e qualsiasi produzione pittorica.Ciò mi accade di costatare per le tele di Cuono Gaglione. La tensione interiore dello slancio al di fuori dello spazio reale, pur restando entro i confini del reale, si evidenzia nella costante grafica delle circonferenze che slargano e racchiudono; la socialità ed umanità sono traditi dalla pensosità dei volti dei vecchi, dalle curve meditazioni delle sue donne dalla contorsione dei suoi Pulcinella. Già... Pulcinella, personaggio legato alle tradizioni della terra natale di Gaglione, personaggio del Sud, interprete della gioiosità che nasconde la sofferenza degli stenti, delle ingiustizie ataviche, delle ribellioni interiori sempre sopite dall'adattamento a circostanze storiche di compromessi umilianti. Gaglione, uomo del suo tempo, del nostro tempo, macera in sé il dramma dell'uomo del Sud e lo ritrasferisce in Pulcinella, che trascende il mero significato allegorico e simbolico per apparire sulle tele com’entità reale di un popolo, di una, di mille aspirazioni. C'è anche il Pulcinella che legge il giornale, che nel giornale s’identifica, che cerca riscatto nella verita’ piu’cruda e schietta che  è quella della cronaca quotidiana.


"Cuono Gaglione e il sud d'Italia «Megàle Hellàs»" di Danilo Caruso


Una tendenza all'adeguamento formale verso modelli di cultura classici - tensione che parzialmente si ifa a tematiche mitologiche - si presenta nelle tele di Cuono Gaglione. Questo spirito di " grecità " si manifesta in due modi:
1) da un lato per mezzo della rappresentazione di puntualizzazioni naturali non umane (per esempio gli agrumi) nella loro versione spontanea ed armonica con tutto il resto delle cose, e per mezzo delle figure femminili che compaiono accompagnate da quella grazia e da quell'equilibrio dinamico già canoni del bello nella matura statuaria greca;
2) dall'altro lato attraverso la rivisitazione del motivo dell'identità culturale, tema che fu nell'antichità il caposaldo sociale dei popoli ellenici pur nella loro letterale divisione politica. La dedica a Salvatore Giuliano di un ciclo pittorico ha proprio quest'ultimo significato: rievocare il valore di una autonomia "nazionale" siciliana dal confronto con gli eventi ed i personaggi di quei tempi, nei quali Giuliano è interpretato come novello Robin Hood e la controversa vicenda di Portella delle ginestre assurge a momento indelebilmente paradigmatico.
Da ciò che è stato il retaggio culturale greco-classico, oltre a spunti di estetica, l'artista riprende il concetto più nobile: quello della libertà, la libertà ed il diritto delle genti ad autodeterminarsi in corpi sociali che non siano soggetti ad ingerenze esterne.
È come se in un ricorso storico fossero rivissute nuovamente le passioni intellettuali che furono al centro dell'attenzione all'epoca delle guerre dei Greci in favore della propria indipendenza contro i Persiani nel V ° secolo a. C.
Ma del Meridione in genere il pittore di Acerra (trasferitesi in Sicilia negli anni '70) riprende molteplici aspetti che ne costituiscono l'essenza più profonda radicata nel territorio. Rilevante è la presenza dell'immagine dell'acqua (mare, laghi, sorgenti) che da ispirazione a raffigurazioni naturalistiche o mitologiche (sirene, ninfe), o delle attività pratiche connesse (per esempio la pesca).
La Grecia classica definì il sud d'Italia «Megàle Hellàs» («Magna Grecia», da cui la Sicilia era geograficamente distinta): Gaglione riconosce questa comune dimensione marina dell'essere circondati dalle acque.
Più appariscente su questa linea di attaccamento alla terra può apparire la maschera di Pulcinella -più volte rappresentata -, però questo non offusca il fatto che altresì gli stessi prodotti della natura (limoni, arance, etc.) si pongano alla luce di questo medesimo angolo interpretativo

"Un pittore del Sud" di Lorenzo del Boca

Non cerca l'effetto facile per piacere a tutti i costi. Cuono Gaglione è pittore di intelligenza metafisica. I suoi lavori si portano dentro il tormento e la fatica di una terra straordinaria che sembra sempre troppo bella per essere valorizzata.L'arancione richiama i tramonti infuocati che si vedono in riva al mare quando il sole si tuffa nelle acque agitate degli orizzonti. Il giallo ripropone le spighe di grano che si fanno bionde nelle campagne dell'entroterra. Il marrone viene dalle zolle di terra matura, aperte dagli aratri e - quasi - ferite ma già disposte a ricevere i semi da far fruttificare.Infine il rosso. Il rosso è quello del sangue che i meridionali hanno dovuto versare per non venire meno alla loro dignità. Squartati, massacrati, offesi, torturati, crocefissi, impiccati. Una strage che è anche un'offesa perché non è stata pianificata da un esercito straniero (cosa disdicevole ma comprensibile) ma dai "fratelli liberatori" - i piemontesi dei Savoia - scesi con l'aria di unificare un paese e risoltisi a propagandare progresso e modernità a schioppettate. I "fratelli liberati" si sono trovati sotto il tallone di connazionali colonizzatori: avidi, spietati, insensibili, lontani dalla cultura e dalla comprensione di questa gente.Il rosso di Cuono Gaglione si porta dentro la sofferenza e il dispetto, di un popolo ingannato e deluso. E nel rosso tenta di riproporre una memoria strabica che - sembra - si ricorda di qualche brano di storia, ma dimentica tutto il resto: sì a Calatafimi, a Castelfidardo, a Volturno, ma no - chissà perché - a Gaeta, Messina, Civitella del Tronto.Pittura che gronda simboli, impegnata, risoluta nello stile e di esplicita denuncia. Un pittore del Sud." .



"Cuono Gaglione" di Vittorio Napolitano

Le sue opere si collocano tra sogno e realtà pur sprigionando un significativo messaggio di pace, di protesta contro la guerra contro tutte le guerre, d’anelito alla vita, anche se a volte tribolata ed amara. Talché il messaggio, spesso, è corale, dettato dall'assillo della dura realtà d’oggi, minata da corruschi bagliori di guerra.

"Cuono Gaglione" di Mario Cagetti

Cuono Gaglione fonda la sua creatività pittorica su una buona cultura artistica che si ricollega alla stagione dell'espressionismo, mitteleuropeo, con venature di gusto francese. La figura, processo d'intimo stigma di sofferto pensiero in riflesso all'umana condizione, si collega nella narrazione con forza e armonia inténsiva e di costruzione, con segni torti, e con colori che nelle tonalità non squillanti, sui violacei e i bruni indicano meditata sentimentalità e adesione alla realtà.

"Cuono Gaglione" di Domenico Pisana

All'osservatore disattento la sua pittura potrebbe apparire una retorica riproposizione di temi sociali, oggetto d’adusate riflessioni e di denunce qualunquistiche, ma in realtà l'acutezza dell’osservazione dà la possibilità di percepire l'originalità del pittore, il quale, mentre da una parte racchiude nella tela i problemi reali del nostro tèmpo, dall'altro vi accampa i suoi sentimenti, la sua carica psicologica, il suo affiato umanitario e artistico rivivendo nei Pulcinella, le sue origini, il suo desiderio di riscatto, di superamento delle ingiustizie e delle sopraffazioni, e proiettandosi, in un contesto dialettico tra reale e ideale, in un mondo nuovo, nel quale il pittore ritrova la verità semplice e luminosa, uccisa dall'odio, dalla guerra e dalla menzogna. Questi, dunque, i motivi di fondo che sembrano emergere dalla pittura di Cuono Gaglione e che ci testimoniano la sua esperienza d’uomo e la sua profonda compartecipazione e adesione alla realtà sociale...»

"Cuono Gaglione" di Gianni Mattioli

Più di ogni altra cosa, per un’artista o per chi abbia a che fare con i segni e le immagini, le origini o la terra natìa, sono l’aspetto più importante, affinché la propria opera abbia quel valore aggiunto che connoti una cifra stilistica o figurativa. In Cuono Gaglione, nativo di Acerra, paese dell’entroterra napoletano, e poi per sua scelta “espatriato” in terra di Sicilia, questa caratteristica ha avuto il suo valore e il suo effetto. Di un artista sono basilari, quindi, le sue emozioni, le sue scelte di vita, la scuola della strada, i suoi ideali. Mai come in questo uomo d’arte, sono i suoi ideali di Meridionalista appassionato, che lo fanno appartenere di diritto a quella categoria di artisti che trasportano la loro passione e l’affetto per la propria terra, nelle loro opere. Da qui nasce la collocazione di Gaglione nel settore figurativo, in contrapposizione, a quello dell’arte moderna, che non poteva dare l’esatta misura della scelta naturalistica del pittore. Senza peraltro risultare poco proiettato nel futuro, Gaglione afferma con la sua arte, che la natura, la passione e sentimenti si possono vedere meglio con l’occhio del passato, e della naturalezza visiva, con una modernità che non può avere uguali. E’ così che vengono fuori gli ideali e le vere pulsioni di una terra martoriata e tradita, come quella meridionale. Non a caso Cuono ha scelto di nascere e di vivere nel regno di capitali che sono la quintessenza dell’arte figurativa. Anche l’uso dei suoi colori, sono la risultante compositiva, di una realtà paesaggistica propria del Sud. E che dire dei suoi Pulcinella, maschera compaesana dell’artista, che incarna la vitalità e la voglia di riscatto di un popolo dalle fame atavica si, ma con arguzia e un’ironia intellettiva che ha dell’alta filosofia. Le maschere dei suoi pulcinella sono raffigurate pensanti ma pronte ad esplodere se solo glielo chiede il suo popolo. Contaminazioni varie, quindi, contiene la pittura di Gaglione, che non soffre di eccessivo astrattismo, ma ricorre ad un lucido e utile pragmatismo, intriso di passione ed emozioni. Basta questo per fare della pittura un’arte che racchiude il massimo del segno iconografico che connota un sentimento? Noi pensiamo di si. Nulla viene fatto se non c’è prima il cuore e poi il cervello. Le due cose, come in tutto ciò che è (di)mostrare e comunicare, sono destinate ad incontrarsi, per poi sciogliersi in colori e profondità sulla tela. In Cuono il matrimonio cromatico-emozionale si fa rito ideologico e passione politica. Si rinnova, con le sue composizioni, il miracolo della realtà che si ferma in un’immagine, della luce che si fa manifesto di vita e di gioia, in un contesto di lacrime, sangue e nostalgia. Se Cuono è riuscito a comunicare tutto ciò, allora la sua è vera arte.

"Cuono Gaglione" di Umberto Bonincontro

« . . . Gaglione si può annoverare tra i neo-surrealisti della pittura Italiana Moderna. Dopo essere passato da uno studio macerato dai cosiddetti Fauves e dai marcati cenni dell'espressionismo, al delicato e poetico mondo degli impressionisti di chiara marca di.scuola Napoletana, oggi, Gaglione è tra le rivelazioni dell'arte italiana, per aver fuso le tendenze assimilate in precedenza, in un inconfondibile e personale stile tecnico-pittorico, unico nel suo genere; infatti non esiste figura da lui ideata che non chieda amore, pace e solidarietà, in un contesto cromatico vivace e pacato nello stesso tempo, ma anche incredibilmente cupa, soffocata dalle vicende dolorose che oggi opprimono l'uomo nel suo farsi e disfarsi...»

 "Cuono Gaglione" di Anna Maria Scheible De Vito
 Le rappresentazioni interpretate da questo artista rivelano estro creativo, amore per l'arte e grande sensibilità verso i problemi sociali e umani. Attraverso un linguaggio vivo e comunicativo ed una personale tecnica,i suoi colori, psicologicamente selezionati, abilmente trasfondono sulla tela nelle figurazioni, visioni di sentimenti, di stati d'animo e di condizioni esistenziali del meridione italiano.

"Cuono Gaglione" di Valentina Gaglione  

L’ultima produzione di Gaglione è una vasta raccolta d’opere dove si evidenzia tutta la meridionalità, intesa come sentimenti, sensazioni e stati d'animo, di cui artista napoletano da qualche tempo inserito in terra di Sicilia.
Questi quadri, queste "finestre" aperte sul meridione, richiamano l'accostarsi di due tempi: quello fermo della nostra memoria, pullulante esclusivamente di ricordi e quello in movimento del reale, che scorre incondizionatamente non curante dei nostri processi mentali.
L'eccessiva generosità dei colori, spesso caldi, il loro ricondurci ad atmosfere luminose e soleggiate, ad essenze affioranti, tendono a celare la malinconia di fondo dei soggetti, su cui ricade una profonda riflessione; una lente d'ingrandimento che pone il suo fuoco sui problemi che spesso affliggono l'umanità, sugli ostacoli invalicabili che da sempre si ostinano sulla gente del Sud.
Ecco che, nell'itinerario dell'esposizione, gli svariati soggetti parlano anche chiaramente, enucleano le diverse "verità" della vita, le gioie e i dolori, che, anche nell'ipocrisia, beffardagine e ironia, la rendono pur sempre vita.
Dai "Pulcinella" agli "Eduardo", dai "paesaggi" alle "nature morte", si espleta,in queste opere, un forte espressionismo, tutte sintesi e nello stesso tempo analisi dei diversi momenti dell'essere.
Esiste un filo conduttore tra il "Pulcinella" e l"'Eduardo"; entrambi rappresentanti di teatralità e, così come l'esistenza spesso è finzione, ciò che accade sul palcoscenico, a volte prende in prestito gli avvenimenti dalla vita stessa.
Pulcinella, non vive solo sulla scena, ma è anche la maschera che ogni uomo indossa per nascondere a se stesso il succedersi, suo malgrado, degli eventi; è la maschera che indossiamo per la paura di rinunciare ai sogni, il personaggio che impersoniamo per non "crescere", ma in fine è anche quella che ci permette di continuare. Quando tutto il resto fuori ci delude, rappresenta il nostro piccolo mondo, l'alcova dove amiamo rifugiarci, la parte più nascosta di noi stessi.
Ma Pulcinella è anche quella maschera tradizionale napoletana che molte volte, il grande Eduardo De Filippo, con le sue eccellenti doti interpretative, ci ha regalato nelle sue commedie, le stesse cui noi abbiamo sorriso.

 Un figlio di Acerra porterà in Europa la testimonianza dell'appartenenza a Dio con la sua pittura" di Mons. Antonio Riboldi Vescovo Emerito della Diocesi di Acerra

Carissimo Cuono,
premetto il mio orgoglio di saperlo "figlio di questa piccola città di Acerra che tra le tante sofferenze o piaghe, se vogliamo - ma dove non ci sono speranze e angosce, gioie e malvagità e ingiustizie nel mondo? Ha generato tuttavia figli di grande valore religioso, umano
e culturale o artistico, come lei.
Non è facile emergere nel campo dell'arte, fino al punto da essere invitato in questo semestre di presidenza dell'Italia, ad un "Vernissage di arte pittorica" a Bruxelles. Bisogna davvero avere espresso maturità e bellezza tale da meritare un podio in Europa. E conoscendo, anche se in parte, la sua vita di artista nel mondo, posso testimoniare che merita veramente l'onore che gli è stato dato.
Si sta discutendo tanto in questi tempi sulla costituzione prossima della nuova Europa, ossia quell'anima in cui riconoscersi tutti. Pare che pongano difficoltà a riconoscere che l'Europa ha un'anima costruita dai popoli in duemila anni della sua storia: un'anima che ha il nome di Cristo, Figlio di Dio. Un'anima che se si conserva e su lei ci si modella non si può che pensare ad un futuro tutto fondato sulla giustizia, sulla libertà, sulla solidarietà e sulla verità, che sono i cardini della pace.
La stessa arte in Europa è tutta un inno alla sua fede in Cristo: è il suo vanto è la storia della fede dei popoli nei secoli.
La sua stessa arte, carissimo, trae le sue origini da questa meravigliosa terra napoletana, che non ha sempre coltivato, pure tra tante sofferenze, anche oggi, il suo animo che ha tante sfumature d'arte. E' come quella canzone che un giorno irritò il Re Ferdinando, come e nelle commedie di De Filippo, mi pare. E quando fu chiesto chi ne era l'autore rispose: "Maestà, a Napoli il popolo è l'autore: difatti la canzone altro non è che una nota che esce da una via, un'altra da un vicolo e via dicendo, fino a diventare musica di popolo".
E credo, caro Cuono, che la sua arte sia quest'anima che ha raccolto dalla preziosa magia napoletana, italiana, ma soprattutto cristiana di cui è piena la tua educazione, la tua vita, la tua esperienza.
E l'Europa ha bisogno di ritrovare quest'anima. Scrive il Santo Padre nella stupenda enciclica Chiesa in Europa: Per dare nuovo slancio alla propria storia, l'Europa deve riconoscere e ricuperare con fedeltà creativa quei valori fondamentali, alla cui acquisizione il Cristianesimo ha dato un contributo determinante, riassumibile nell'affermazione della dignità trascendente della persona umana, del valore della ragione, della libertà,della democrazia, dello Stato di diritto." L'Europa è chiamata a ritrovare la sua identità" (E.E.n.109).
E' davvero una grande e stupenda opera quella che lei sta compiendo in Europa. Le faccio tanti auguri da questa "sua" città che amo tanto. E l'accompagni sempre l'amore di Dio che è sempre vicino ai suoi figli e ai suoi figli dà quei doni che in lei è la creatività artistica.
La benedico di cuore.

CUONO GAGLIONE - Graziella Ardia





L'artista PER FESTEGGIARE I SUOI PRIMI CINQUNT'ANNI DI CARRIERAha esposto al castello Baronale in dicembre. I paesaggi delle sue opere raccontano le sue emozioni, bandendo la banale veduta delle cose.


Il 7 dicembre, l'artista Cuono Gaglione, ha celebrato, nella sua città natale, i suoi primi 50 anni di carriera artistica, con la mostra personale tematica dedicata a Pulcinella (nella foto un'opera).
Sabato sera a cornice di un successo strepitoso della mostra "Pulcinella il viandante" si e' esibito il gruppo "Napulitanica" con il Fernando Galano. Il pubblico presente ha sottolineato con numerosi applausi alcuni antichi canti della tradizione napoletana accompagnando e cantando insieme all'artista Galano.

Cuono Gaglione, è nato ad Acerra nel 1947 e vive a Ragusa, la sua passione per la pittura nasce nel 1959, studiando all'Istituto d'arte di Napoli e frequentando anche il Magistero di pittura dal 1965 al 1971.
Le sue opere sono sparse in tutto il mondo ed in Italia ha avuto grandi successi. Ha partecipato alle più grandi rassegne nazionali ed estere ricevendo numerosi riconoscimenti.
Gaglione è una persona squisita, sensibile e buona, le sue opere si collocano sull'asse più classico e vigoroso di una moderna sensibilità coloristica, unita ad una rigorosa visione della realtà, trasfigurata attraverso una personalissima e intensa empatia che la lega a luoghi, a cose e a oggetti quotidiani.

Nei suoi dipinti aleggiano atmosfere e colori che denotano una solida formazione artistica che riecheggia, spesso, i ricordi e le calde e atmosferiche pitture della grande stagione coloristica e la pittura impressionista e post-impressionista. Si tratta però di una trasposizione emozionale che agisce a livello inconscio, che produce una sorta di manifestazione moderna del colore, unita a un altrettanto rigorosa ricerca delle forme e dei particolari e li carica di magica simbologia.

Per Cuono, un paesaggio non è mai sempre e solo una raffigurazione, una banale veduta di cose, perché dietro si cela un universo semantico che rimanda a significati profondi e duraturi che appartengono alla sua sfera emozionale.
Le sue opere, le ritroviamo in numerose collezioni pubbliche e private sparse nel mondo, come Parigi, New York, Dublino, Napoli, Venezia, Norimberga, Brooklyn e numerosissimi piccoli comuni sparsi dal nord al sud d'Italia.

"Cuono Gaglione" di Giuseppe Amico

.E’ piuttosto lusinghiero il ben nutrito curriculum di questo giovane pittore, dal quale si rivela una costante presenza artistica, matura, veritiera, descrittiva...»

Brevi recensioni di autori vari

- CUONO GAGLIONE «... F forse, proprio dal dialogo immaginario con il personaggio più rappresentativo del Sud (Pulcinella) nascono le opere di Gaglione, frutto delle esperienze vissute e maturate giorno per giorno, a testimoniare la necessità e la validità di un impegno sociale spesso disatteso o frainteso nell’arte.
GIUSEPPE BONGIARDINA

La pittura di Gaglione, è piacevole e piena di significato sociale mentre non manca il calore umano, il sentimento, la comprensione, l’amore e la socialità profonda e ricca di verità e di speranza, verso tutte le creature che hanno bisogno di protezione e di vita...»
FERDINANDO SIGONA

Nelle sue opere, specchio fedele dei «volti» della sua terra meridionale, presentati attraverso sentimenti, stati d'animo, modi d’essere, Gaglione rivela la sua valida tecnica pittorica e la sua spiccata sensibilità artistica con un discorso filosofico, psicologico ed umano, in difesa della vita umana e dei suoi tesori...»
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO
 Il primo premio «tarocco d'oro», è stato assegnato, a giudizio di un''apposita commissione presieduta dal sindaco La Rocca, al pittore Cuono Gaglione di Napoli, la cui opera, equilibrata in ogni suo elemento rivela una marcata tendenza espressionistica evidenziando nel frattempo i caratteri di un contesto sociale tipicamente siciliano...»
TURI FERRO
Cuono Gaglione (Ragusa) «Ultimo atto – Omaggio ad Eduardo (olio) con soggettiva artistica interpretazione che muove da un fulcro sociologico,personalmente sentito, fornisce una testimonianza pittorica della realtà e dei sentimenti del meridione italiano attraverso l'umana visione, creata nella rappresentazione dell'attore Eduardo nel suo «ultimo atto» rappresentativo nello sfondo poetico ed amaro della «sua» Napoli. Ottima la tonalità chiaroscurale, che eleva la visione a concetto espressivo e la rende rapportata a commovente misura umana.
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO

- Ed è per questo, anche, che le opere di Gaglione ci interessano; esse ci consentono di leggere la nostalgia per una realtà ormai priva d’accenti vistosi e magniloquenti dove l'invadenza cromatica ha ceduto il passo al garbato accostamento dei colori favorendo il dialogo che, pur nelle cavità della riflessione, si snoda senza tentennamenti ed agglutinamenti...»
GIUSEPPE PELLIGRA MALTES
- Cuono Gaglione (Ragusa) «Ultimo atto – Omaggio ad Eduardo (olio) con soggettiva artistica interpretazione che muove da un fulcro sociologico,personalmente sentito, fornisce una testimonianza pittorica della realtà e dei sentimenti del meridione italiano attraverso l'umana visione, creata nella rappresentazione dell'attore Eduardo nel suo «ultimo atto» rappresentativo nello sfondo poetico ed amaro della «sua» Napoli. Ottima la tonalità chiaroscurale, che eleva la visione a concetto espressivo e la rende rapportata a commovente misura umana.
ANNA MARIA SCHEIBLE DE VITO· 

"Cuono Gaglione, un parallelo tra realtà e contemporaneità" di Cuono Peroni

Vi siete mai chiesti quale possa essere stato il cambiamento apportato alla pittura , alla cultura e alla tecnica , dopo l’avvento della rivoluzione Impressionista e , quindi , dopo la pittura anti-accademica ? Solo quando si crea un parallelo tra realtà e contemporaneità , quando la veridicità riesce ad entrare direttamente nello sguardo dell’uomo e ad impressionare ciò che i suoi occhi vedono , direttamente su una tela da disegno , allora vuol dire che l’insegnamento è stato degnamente messo in pratica . La storia di questo grande maestro , Cuono Gaglione , è legata ad un pennello , ad un cavalletto e ad un grande senso di evasione e osservazione critico- analitica che gli hanno permesso di inserirsi direttamente nella più aulica cultura figurativa italiana . Basti osservarele sue Bambocciate , quegli scorci di vita cittadina filtrati nella loro quotidianità , che riesce a fotografare con una diretta pennellata , cogliendone del personaggio rappresentato lo stato d’animo, la vera ed intima anima interiore , quello che sente e ciò che percepisce trovandosi al di là della tela. Si coglie la momentaneità , la fugacità e l’attimo che passa di una persona che ha tutto il bisogno di esprimere al meglio la sua interiorità e la sua forza motrice creativa , carica di valore interpretativo intrinseco ed emotivamente coinvolto . Un tuffo , quindi , nella Napoli della sua infanzia , del suo tempo , di quelle persone che nascondono la vera anima di questa città che , giorno dopo giorno , si mimetizza in due volti , quello della popolarità caotica e quello della malinconica emotività ( e in questo il maestro Gaglione ci riesce perfettamente , basti osservare i numerosi ritratti di Pulcinella , come nell’ “ Ultimo Pulcinella ” del 2003 dove , nel volto sfocato edimpreciso della maschera , si riconosce la figura di Eduardo de Filippo , ultima ed unica grande maschera del teatro partenopeo contemporaneo , nei quali traspare tutta l’allegria di una persona che vive dietro quegli abiti da fantoccio e bamboccio e di un uomo che , invece , soffre e risente della nostalgica malinconia cittadina ) . Un volto quindi , quello di Cuono Gaglione , che divide anche il suo stato emozionale attuale , c’è la volontà di far percepire i sentimenti e i moti dell’animo attraverso il corpo e la facoltà di rendere reale anche ciò che i suoi occhi vedono , riuscendo soprattutto a coinvolgere colui che sta al di qua della tela da disegno . Memorie di vita cittadina che ricordano il primo Guttuso , quello dagli anni ’30 agli anni ’50 del 1900 , un sodalizio artistico che passa attraverso opere come “ Contadini ” , “ Natività ”, come vuole la migliore tradizione figurativa cristiana , “ Natura morta ”, “ Omaggio ai pescatori ” , “ Vicolo ”, ricorda la VUCCIRIA guttusiana , “ ‘ A sommossa ”, dove tanti Pulcinella sventolano bandiere di color rosso su fondali monocromi e “ Acerra Sicilia ” dove , ancora , due volti , due realtà , vengono rapportate , messe in parallelo su uno stesso piano e sovrapposte per ricordare il binomio Gaglione – Guttuso , quei personaggi , quelle situazioni appartenenti alla vita di tutti i giorni , quelle denuncie sociali e quelle maschere che ritornano quasi a ricordo di sensazioni pirandelliane , in virtù del fatto che le opere filtrano quello spostamento di piano tra la realtà e la contemporaneità , tra la maledizione e la perdizione della veridicità e quel catartico e stoico Romanticismo storico , quel mondo dal carattere onirico venato di Pathos .

 "L'uomo è morto, evviva l'uomo" di Giovanni Brigandì
Bruxelles, 17 febbraio ’06

L’artista possiede una vasta gamma stilistica che applica di volta in volta, in funzione dei temi trattati. E qui potremo citare tutte le varie correnti pittoriche, sin dalle più antiche, per arrivare al grafismo. Non si può certo parlare d’ immaturità, l’artista avendo da decenni superato il tempo dell’apprendistato, e le diverse tecniche sono ogni volta “ compiute “. Vi si può allora, forse, scorgere una certa sfiducia nell’unità di stile “ univoca “ messo soprattutto in auge da un certo spirito borghese, oppure la volontà espressa di mostrarsi poliedrico, tale che gli permette il suo talento. Gaglione adatta, quindi, il medio espressivo alla realtà puntuale. Qual’ è questa realtà ? Il variegato mondo del Sud Italiano, visto nei suoi diversi aspetti: paesaggistico, storico, sociale…Che l’arte di Gaglione aderisca cromaticamente ed espressivamente ai veri temi, altri lo hanno puntualizzato meglio che io potrei. Personalmente e modestamente, mi sembra potersi rilevare nell’opera dell’artista una lotta sotterranea ove luce e ombra si oppongono . Non assistiamo al solo realizzarsi della tecnica pitturale basata sul conforto di questi due elementi, ma ad una vera opposizione di evidenze, convinzioni esistenziali. La luce, la via, la sensualità di colori e spensieratezza, sono evidenti, diremmo paradossalmente, nelle “ nature morte “. Qui l’Artista si abbandona senza remore alla creatività che lo porta a magnificare i suoi oggetti/soggetti Per contro, laddove èl’uomo, l’uomo meridionale, il tema dell’opera, i volti sono, nel migliore dei casi, nell’ombra o dai contorni incerti o sfocati; oppure nel caso più tetro, più drammatico, le immagini umane sono come fatte di metallo sfaldato dalla corrosione o dal fuoco o resti appena riconoscibili come umani, disseppelliti da mani pietose. Questo è soprattutto riscontrabile nei temi storici o sociali. Qui l’ispirazione al didattismo dell’artista, che si alimenta al suo alto impegno sociale ed umano, ha trovato particolare forza espressiva ricorrendo spesso all’inchiostro nero con tratti forti, essenziali. E un’evidenza si impone: per Gaglione l’uomo del Sud è ferito, o morto o comunque, in lutto. o inesistente, laddove il corpo vive ancora. Tra i due poli, nature morte, nature morte, e per tanto così “vive” e l’uomo ferito o in lutto, si pongono le “ Ninfe “. Qui ci sembra poter riscontrare un potente tropismi con immagini muliebri che sembrano essere colte “ in divenire “, tra il limbo e la forma da completarsi.Artista impegnato, quindi, Gaglione e che, per tema di non essere ben capito, aggiunge all’opera pittorica una sua particolare e personale didascalia/titolo che espleti o completi il senso da dare ad ogni quadro. Non gratuita “ coquetterie “ queste didascalie, ma atto di fede e di amore nella comunicazione umana intriso di sensibilità e poesia.

"Cuono Gaglione e il sud d'Italia «Megàle Hellàs»" di Danilo Caruso

Una tendenza all'adeguamento formale verso modelli di cultura classici - tensione che parzialmente si ifa a tematiche mitologiche - si presenta nelle tele di Cuono Gaglione. Questo spirito di " grecità " si manifesta in due modi:
1) da un lato per mezzo della rappresentazione di puntualizzazioni naturali non umane (per esempio gli agrumi) nella loro versione spontanea ed armonica con tutto il resto delle cose, e per mezzo delle figure femminili che compaiono accompagnate da quella grazia e da quell'equilibrio dinamico già canoni del bello nella matura statuaria greca;
2) dall'altro lato attraverso la rivisitazione del motivo dell'identità culturale, tema che fu nell'antichità il caposaldo sociale dei popoli ellenici pur nella loro letterale divisione politica. La dedica a Salvatore Giuliano di un ciclo pittorico ha proprio quest'ultimo significato: rievocare il valore di una autonomia "nazionale" siciliana dal confronto con gli eventi ed i personaggi di quei tempi, nei quali Giuliano è interpretato come novello Robin Hood e la controversa vicenda di Portella delle ginestre assurge a momento indelebilmente paradigmatico.
Da ciò che è stato il retaggio culturale greco-classico, oltre a spunti di estetica, l'artista riprende il concetto più nobile: quello della libertà, la libertà ed il diritto delle genti ad autodeterminarsi in corpi sociali che non siano soggetti ad ingerenze esterne.
È come se in un ricorso storico fossero rivissute nuovamente le passioni intellettuali che furono al centro dell'attenzione all'epoca delle guerre dei Greci in favore della propria indipendenza contro i Persiani nel V ° secolo a. C.
Ma del Meridione in genere il pittore di Acerra (trasferitesi in Sicilia negli anni '70) riprende molteplici aspetti che ne costituiscono l'essenza più profonda radicata nel territorio. Rilevante è la presenza dell'immagine dell'acqua (mare, laghi, sorgenti) che da ispirazione a raffigurazioni naturalistiche o mitologiche (sirene, ninfe), o delle attività pratiche connesse (per esempio la pesca).
La Grecia classica definì il sud d'Italia «Megàle Hellàs» («Magna Grecia», da cui la Sicilia era geograficamente distinta): Gaglione riconosce questa comune dimensione marina dell'essere circondati dalle acque.
Più appariscente su questa linea di attaccamento alla terra può apparire la maschera di Pulcinella -più volte rappresentata -, però questo non offusca il fatto che altresì gli stessi prodotti della natura (limoni, arance, etc.) si pongano alla luce di questo medesimo angolo interpretativo.

"Cuono Gaglione, l'uomo e il pittore" di Carmelo Parrinelli

Cuono Gaglione, il maestro e l'artista. Le sue opere profumano di poetica immaginifica; vi si rappresentano personaggi di estrazione sociale semplice, sì, ma di alto significato simbolico. I suoi "Pulcinella", in particolar modo, raffigurano in maniera elegante, quanto a volte onirica, l'allegoria cialtronesca della nota maschera napoletana, così da rivelare l’essere uomo e le proprie impressioni, in una perturbante visione dei sensi.
La maschera come visione o come nascondiglio?
E' quello che ci si chiede ammirando le pennellate decise e a volte offuscate da fievoli e leggeri aliti di bianco fumo. E così Gaglione sembra riproporre in chiave umoristica e nel contempo drammatica, la vicenda dei meridionali, etichettati come giocherelloni, irriverenti, pittoreschi e allo stesso modo sciagurati; richiamando, è certo, quelle che sono le problematiche sociali. I suoi Pulcinella tendono a essere un composto di sentimenti, orme, atti impressionistici dello stato emotivo umano; uno "spicchio" di Sud idealizzato dal pennello deciso e dai colori pieni. Le sue “imprese” su tela richiamano quanto di buono e leale ci sia in ciascun individuo, adombrando così dicerie e qualunquismo, semplicemente con tocchi di espressionismo puro. I Pulcinella attraggono per le loro espressioni, per nulla penalizzati dal costume che, anzi, riveste un ruolo fondamentale nella figurazione dei sentimenti. Cuono Gaglione è certamente uno dei migliori artisti meridionali contemporanei, un pittore del Sud che scuote proprio per la forza delle sue opere.

"Cuono Gaglione e il suo Pulcinella" di Marina Dionisi

Cuono Gaglione - Pulcinella è una figura dalle diverse sfumature: è voce degli oppressi, eterna malinconia, anima di un popolo, morte, rassegnazione e vita. Pulcinella infatti è spesso ritratto vicino ai suoi concittadini, presente nelle loro esistenze e nelle loro sofferenze:l'Emigrante è il quadro che dimostra quanta strada abbia fatto la maschera nel cuore della gente grazie al pennello dell'artista. Quasi sfigurata dalla liquidità del colore, dal fondo sorge l'immagine stanca del Pulcinella emigrante, mollemente seduto in attesa di una speranza che forse non arriverà mai.
Ma Pulcinella non rappresenta solo la solitudine e l'abbattimento. Nella sua doppiezza - I due Pulcinella e La resa - riesce a manifestare la forza di cambiare e di risorgere con immutata violenza. Ne sono testimoni il rosso che esce timidamente dalle maniche del Pulcinella de "La resa", non vinto ma forse in attesa, e "I due Pulcinella" anch'essi caratterizzati dal rosso accesso della sottoveste che esce dalla tunica bianca. Quasi quel colore si impossessasse delle azioni (le mani) del personaggio dandogli la forza di reagire e di combattere. Ma l'artista ci mostra che non è solo la volontà di reagire e di ribellarsi che caratterizza Pulcinella. Ne "La ricchezza di Pulcinella" il personaggio viene dipinto nella sua rigidità, nella compostezza e nella silenziosa dignità. Ma la ricchezza di Pulcinella è la vicinanza con la sua terra, con quei colori forti e sfacciati che gli permettono di recuperare la propria natura, presente nella spensieratezza de "O'sunatore". Un Pulcinella, quindi, variegato quante sono le pieghe che l'artista Cuono Gaglione, con particolare cura, rappresenta nella sua veste: povera nel colore, ma sontuosa nelle fattezze. Pulcinella è il cuore del suo popolo perché non lo abbandona mai. E'questo quello che sembra volerci comunicare con tanta poesia e delicatezza il pennello di Gaglione, un artista che non ha paura di inserire la figura di Pulcinella anche alle proprie spalle: simile ad un amico e ad un angelo custode e al tempo stesso ritratto legato, quasi mostrasse chiaramente l'impossibilità di essere completamente se stesso. Ma Pulcinella è stato, è, e sarà per sempre. Questo sembra volerci comunicare il Pulcinella più espressivo della mostra, quello che ci guarda con gli occhi conosciuti e malinconici di Eduardo De Filippo, uno dei più grandi interpreti della commedia dell'arte. Sembra volerci ricordare che Pulcinella si trova dentro ognuno di noi: pronto a vestire i panni di ogni sognatore, a condividere il peso delle sconfitte e la gioia della vita... essa stessa, con le sue contraddizioni, più simile a una commedia dell'arte di tante opere adattate alla sua creatività.


"Cuono Gaglione" di Fabio Zingone

Chi ha sempre avuto fiducia nello stereotipo del tifoso rozzo ed incolto deve ricredersi alla luce degli ultimi tempo che vedono artisti e letterati seguire le sorti della propria squadra del cuore con grande passione.
A Napoli, uno dei maggiori artisti contemporanei è anche uno degli più sfegatati supporters azzurri, si tratta del noto pittore Cuono Gaglione, neo espressionista di fama internazionale che ha esposto i suoi quadri nei più prestigiosi musei d'Europa e del mondo, come la New Art Gallery di New York. L'apice del suo successo, l'ha raggiunto soprattutto negli ultimi anni, esponendo i suoi capolavori, che hanno come soggetti esclusivamente paesaggi e personaggi del Meridione, presso il Parlamento Europeo di Strasburgo.
Il pittore del Sud, come ama definirsi, tifa per il Napoli ormai da più di quarant'anni “Erano i primi anni Sessanta- esordisce Gaglione-, mio padre mi accompagnò ad un Napoli-Spal 2-1; sinceramente però ero troppo piccolo e l'unica cosa che ricordo di quella gara è la divisa della Spal, stretta a strisce verticali bianco-azzurre”. Col passare degli anni però aumenta l'amore per la maglia azzurra, ed il maestro diventa un frequentatore assiduo del S.Paolo: “Di solito non seguivo la partita da una postazione fissa. Però ogni volta che sono stato in curva B il Napoli ha sempre segnato almeno tre goal e non ha mai perso, mentre l'unica volta che mi sedetti in curva A perdemmo per 3-1”. Tanti bei ricordi sono legati a quei pomeriggi vissuti tra mille suoni e colori: “Non potrò mai dimenticare alcuni incontri come Napoli-Lazio 3-3 con tripletta di Chinaglia o Napoli-Venezia 4-0 in cui Canè realizzò un poker di reti, anche se forse la partita a cui sono più legato è Napoli-Inter dell'88 (l'anno dello scudetto perso nelle ultime giornate a vantaggio del Milan ndr)”, Ed in effetti un motivo c'è: “A ventisette anni mi trasferii a Ragusa per motivi di lavoro ed in quell'occasione tornai nella mia città soltanto su invito di Maradona, che mi regalò un biglietto del settore Distinti il giorno dopo che gli regalai un mio quadro”.
Oltre al passato più lontano però, Cuono Gaglione ci parla anche del passato più vicino e non può esimersi dal commentare le vicende extrasportive delle ultime due estati partenopee: “Purtroppo chi comanda è Carraro, che oltre a controllare la FIGC, attraverso tante ramificazioni fa valere la sua presenza ovunque; a mio avviso è anche più potente di Moggi, perciò quando decidemmo di allontanarci da quest'individuo fummo fatti fuori. Tuttavia abbiamo avuto la fortuna nella sfortuna di trovare la persona giusta al momento giusto: Aurelio De Laurentiis, che, sono sicuro, ci riporterà al più presto nel calcio che conta”.
Infine, le ultime considerazioni sul campionato in corso: “Quest'anno mi sarebbe piaciuto assistere al match del Napoli nella vicina Gela, ma motivi di salute mi hanno impedito di essere presente; credo comunque che al 99% torneremo in B, perché Marino ha allestito davvero un' ottima squadra che non ha eguali in tutta la C, forse soltanto il Perugia potrebbe disturbarci”.
E speriamo di rivedere al più presto il Maestro al S.Paolo che con il suo tifo, il suo calore, il suo pubblico, i suoi colori, potrà ispirarlo un nuovo capolavoro artistico da consegnare in occasione di un nuovo trionfo azzurro.


Mostra collettiva virtuale In the Name of Love- I mille volti dell'amore
Cuono Gaglione -Civiltà riaffiorate -olio su tela 100 x 100

"L'artista raffigura la suggestione dei resti di alcune bellezze scultoree e architettoniche che evocano metaforicamente la feconda ricchezza storica e artistica del mar Mediterraneo, culla prosperosa della nostra civiltà. Nel seno del patrimonio e del territorio nazionale riaffiorano le nostre antiche e nobili radici, destinate ad originare la nostra identità e a costituire il polo di riferimento cui volgere lo sguardo alla ricerca di un origine che abbia generato la totalità del mondo cui apparteniamo. Nell'elaborazione del tema trattato e nello stile lineare che caratterizza la resa architettonica del paesaggio sorge naturale e spontaneo l'accostamento con il Neoclassicismo, caratterizzato dalla riscoperta della bellezza insita nell' armonia estetica delle opere appartenenti al mondo antico, il cui bagaglio culturale si riflette nell'adesione ad un ideale estetico che risponda a dei canoni ben precisi di armonia e di equilibrio. Il modello rappresentato dal mondo classico simboleggia l'eterno e indissolubile contatto con il nostro passato e con le nostre origini, le quali costituiscono una parte importantissima di quello che siamo attualmente. Il legame con l'antichitá, troppo frequentemente abbandonato a favore di un progresso dominato da un linguaggio sterile e senza alcuna connotazione specifica se non quella connaturata alla veloce e superficiale comunicazione dei mezzi moderni, rivive simbolicamente in tutto il suo imponente splendore nella rappresentazione stilistica figurativa dei simboli del patrimonio antico ed è pervasa da un realismo lievemente trasfigurato dai toni sapientemente narrativi che sembrano trasportarci nei meandri della liricitá epica dell'Iliade e dell'Odissea, cullandoci nella dimensione narrativa che ospita racconti antichissimi di guerre e di combattimenti, di conquiste e di ricchezze, rimembrandoci che nulla di quell'immenso patrimonio, fulcro di storie e leggende, può essere considerato veramente morto o sprofondato totalmente nell'oblio nebuloso del passato.
L'opera di Cuono Gaglione è intrisa d'amore, del culto fervente e reverenziale verso le nobili radici della propria cultura. Quale amore può essere più ancestrale e profondo di quello che ci lega alla nostra stessa identità? Il legame profondo con le origini è il ventre materno che ci ha accolto e dal quale siamo stati generati, una storia resa visibile e vivente dalla mirabile rappresentazione figurativa dell'artista. "


Irene Pazzaglia - Recensione ( Civiltà riaffiorate )




Mostra collettiva virtuale In the Name of Love - I mille volti dell'Amore
Cuono Gaglione -"Sicilia terra d'amore" -olio su tela 90 x 100

"La dolce maternità della terra quale luogo d'origine si materializza sulla tela incarnando la vastità del mare Mediterraneo, come una novella Penelope in perpetua attesa che tesse la sua tela dinanzi all'imprevedibilità dei flutti del destino e alla ricchezza del patrimonio culturale rappresentato dal mare. Il Mediterraneo è la culla della nostra cultura, il retaggio della nostra identità, che si può ben riconoscere nella civiltà a cui apparteniamo, la quale, come una madre sollecita, guida i suoi figli fornendo loro una base concreta umana e culturale e una serie di tradizioni che rimarranno sempre parte del loro cuore e del loro bagaglio affettivo. Ovunque vadano i propri figli, la madre terra resta sempre ad attenderli, consapevole di essere presente in ognuno dei loro viaggi.
Il cromatismo essenziale ma lirico di Cuono Gaglione è attraversato da scritte che ricordano frammenti di discorsi, brani di articoli di giornale le cui parole evocano lo stretto legame tra la poesia e le suggestioni della terra di Sicilia, con i suoi territori baciati dal sole, le sue donne dalla carnagione olivastra e i capelli neri, e quella nostalgia di un caldo rifugio che risuona di canti lontani. Gli echi dell'esperienza neo espressionistica (e della sua sperimentazione) vissuta dall'artista si riflettono nella libera raffigurazione dei tratti somatici, nell'abbozzo della veste imbevuta di un malinconico cromatismo azzurro, nell'accenno circolare all'immensità del mare e alle sue onde spumeggianti, le cui volute ricordano i capitelli delle colonne degli antichi e misteriosi templi. La mirabile capacità dell'artista di fondere la scarna essenzialità di un linguaggio stilistico dominato dall'essenzialità espressiva con l'appassionato omaggio alle terre del sud, del cui fascino e delle cui tradizioni Cuono Gaglione è un devoto e celebre cantore, si traduce in questa elaborazione stilistica vibrante e contenuta al tempo stesso, traboccante di dignitoso e viscerale attaccamento alle proprie tradizioni."

Scheda descrittiva dell'artista

Cuono Gaglione, artista che vanta una lunga carriera costellata di successi e di riconoscimenti, tramite l'esperienza sperimentale avvenuta in Germania con il neoespressionismo tedesco giunge all'elaborazione di uno stile caratterizzato da una profondità la cui carica espressiva arriva all'animo dell'osservatore tramite un cromatismo vivido ma ridotto all'essenziale e ad una resa scarna e stilizzata dei tratti somatici volta a rappresentare l'anima dignitosa e vivida del Meridione, nel suo volto ora giocoso, ora riflessivo e grave. È proprio questa propensione ad accogliere l'intera grandezza di un bagaglio culturale nella sua infinita ricchezza e la capacità di saperne cogliere e diffondere l'anima la caratteristica principale della poetica artistica di questo artista, la cui poliedrica maturità concettuale e stilistica è messa al servizio della solidità della tradizione.


IRENE PAZZAGLIA - RECENSIONE ( Opera " Sicilia terra d'amore )